lunedì 30 settembre 2013

CRISI DI GOVERNO: CHE FARE? COSTRUIRE UNA COALIZIONE DI MOVIMENTI (senza padre padrone) PER UNA ALTERNATIVA DEMOCRATICA APARTITICA

CRISI DI GOVERNO : CHE FARE?COSTRUIRE UNA COALIZIONE DEI MOVIMENTI( senza padre padrone) PER UNA ALTERNATIVA DEMOCRATICA APARTITICA

C’è una crisi di governo, cosa molto importante per il suo significato e per le sue conseguenze possibili,immediate direi, che potrebbero essere drammatiche e fatte pagare ai soliti, perché si colloca nel contesto sottoindicato
La crisi del debito pubblico che attanaglia i Paesi europei e in particolare quelli del Sud, i cosiddetti PIGS ( maiali) dalle iniziali di Portogallo, Irlanda, Spagna, Grecia, diventati PIIGS, con l’aggiunta dell’Italia; nasce negli Stati Uniti,quando, dopo la crisi della new Economy, scoppia la bolla speculativa dei mutui privati subprime, quei mutui come dice il nome stesso, erogati quasi a chiunque ne facesse domanda, e non a clienti primari.
La crisi viene fatta risalire al 6 agosto del  2007, con la bancarotta di una società di mutui, la American Home Mortage. In seguito molti istituti di credito sono finiti in bancarotta e milioni di persone indebitate hanno perso la casa; circa 10 milioni
Nel 2008 ci fu il crash, il collasso,  una vera e propria esplosione del debito, la più grande bancarotta degli Stati Uniti, che ha  il suo apice nel fallimento il 15 settembre 2008 , della terza più grande banca d’investimento al mondo, la Lehman Brothers; imprevista, perché valutata con la tripla A dalle agenzie di rating;essendo private, nessuno chiese loro conto del ruolo da loro svolto nella valutazione dell’affidabilità dei Bond emessi dalla banca.
Grandi banche in tutto l’occidente ed in particolare americane ed europee arrivarono sull’orlo del fallimento e fiumi di denaro, compresi 350 miliardi di narco-dollari, furono versati per salvarle; le loro perdite furono <<nazionalizzate>>sui bilanci pubblici dai governi.
I debiti privati furono << nazionalizzati>> nei debiti pubblici degli Stati, che si gonfiarono.
 Nel 2008-2009 gli Stati Uniti hanno scaraventato sull’Europa, non solo la crisi dei subprime, bensì la crisi fiscale dell’intero Occidente
Gli Usa e la Unione Europea (Ue),hanno speso o impegnato almeno 18.000 miliardi di dollari  per salvare gli enti finanziari << too big to fail>>, troppo grandi per fallire.
Per contro per rilanciare l’occupazione, gravemente colpita dalla Grande Recessione, sono stati spesi pochi miliardi.
La crisi dei subprime  e il collasso del debito, non sono state causate da nessun “nemico esterno”; viceversa è evidente che sono state proprio le forze del cosiddetto mercato a portarci sull’orlo del precipizio; le sue cause vanno quindi ricercate all’interno del capitalismo neoliberista ; testimoniano il fallimento del complesso delle sue idee e della sua ideologia, divenute “pensiero unico”, nel “villaggio globale”.
Non sono quindi possibili né credibili “autoregolazioni”, alla luce della mostruosa truffa finanziaria ormai esplosa e rimasta aperta, come una piaga non più rimarginabile.
Stiamo infatti parlando di una crisi, giunta al quinto anno,  peggiore e più lunga di quella storica del 1929; e , a differenza di allora , niente è stato fatto per rimuoverne le cause.
Grazie ai vincoli imposti dal trattato di Maastricht e alle politiche neoliberiste di tutti i governi europei, di qualunque colore, è iniziato lo smantellamento del modello di Stato Sociale europeo.
Il Fiscal Compact,approvato dal Parlamento italiano il 19 luglio 2012,  impone di ridurre il debito pubblico da oltre il 117 % nel 2012 al 60 %, in venti anni, a conti fatti ci costa quasi 50 miliardi di euro all’anno, e, dato che non si attiva in periodi di recessione, come gli attuali, ma in quelli di crescita, per cui appena ci fossero dei segnali positivi in merito, scatterebbe la tagliola dei 50 miliardi, col risultato di uccidere sul nascere ogni accenno di crescita e con l’obiettivo che il debito pubblico non abbia mai fine.
Se si dovesse formare un governo qualunque, che non continui le politiche economiche neoliberiste di quelli che l’anno preceduto dal 2011, l’imperversare della speculazione contro i paesi PIIGS , guidata dalle famigerate agenzie si rating che orientano i mercati finanziari, sarebbe tremenda : ricordiamoci che ogni punto di interesse pagato sui titoli di Stato, vale 35 miliardi.
Questo contesto impone una riflessione e una decisione, in tempi brevi, sul <<che fare>>

Per ora non c’è un movimento senza un padre padrone, che si ponga l’obiettivo del che fare, a cominciare dal fare nascere una coalizione dei movimenti esistenti e potenziali, per mandarli tutti a casa e senza tutti i privilegi, e stilare un programma politico generale e concreto, per un’Alternativa Democratica Apartitica, su cui raccogliere le richieste, le proposte e gli obiettivi, su cui chiedere adesioni con le firme e poi il voto dei cittadini che pagano la crisi per tutti, per chi non ha mai pagato. Per ora questa coalizione di movimenti non c’è e non c’è un programma  che ponga al centro la cancellazione del debito sovrano, condizione sine qua non per uscire dalla crisi.
Ci sono i movimenti NO.TAV, NO MUOS; sembrano scomparsi gli Indignadodos, gli Occupy e i diversi altri che erano sfilati a Roma e quello delle donne di <<Se non ora quando? Adesso !>>. In realtà ci sono ancora ma non si vedono.
Questi movimenti sembrano incapaci di raccogliere sul piano elettorale locale e nazionale, il frutto delle proprie mobilitazioni, delle proprie lotte; sono incapaci per ora di coinvolgere la stragrande maggioranza dei precari, degli esodati, dei pensionati, del popolo del partito che ha vinto le ultime elezioni, quello del rifiuto del voto, che, però, non ha potuto impedire la formazione del <<governo delle larghe intese>> fatto dai partiti sconfitti, che hanno perso oltre 11 milioni di voti,( perché il voto, baluardo della democrazia, è diventato una delega in bianco, che non conta più nulla) con la benedizione di un presidente ( con la p minuscola) che ha infranto la Costituzione, inaugurando di fatto una Repubblica presidenziale, incostituzionale; dopo avere violato la Costituzione facendo nascere il governo Monti, senza ricorso alle elezioni ed infine per la partecipazione ad una guerra, in Afganistan , mentre l’Art, 11 della Costituzione dichiara << L’Italia ripudia la guerra>>.
C’è da chiedersi perchè i movimenti nel nostro paese siano refrattari a formare una coalizione, a darsi un programma comune e a raccogliere sul piano elettorale i frutti delle loro mobilitazioni e delle loro lotte, dando vita ad una Alternativa Democratica Apartitica.
Perché dovrebbe essere chiaro che occorre un’alternativa, che debba essere democratica, nel senso di fare rinascere la democrazia rappresentativa sotto il controllo del popolo e apartitica, perché se siamo in questa situazione lo dobbiamo al malgoverno della casta dei partiti e alla classe dirigente di questo paese e infine perché i movimenti che si sono espressi, sono tutti stati oltre le ideologie, privi di un’ideologia, senza nostalgia per un passato morto e defunto sotto le macerie del muro di Berlino, nel 1989
Al contrario la destra sta crescendo ed entra in parlamento in tutta Europa : ricordare la Repubblica di Weimar è fuori luogo? Non credo.
Se il movimento non saprà fornire un’alternativa credibile, l’astensione non basta e allora il voto potrebbe orientarsi verso il populismo xenofobo più bieco.
Non abbiamo molto tempo per prendere decisioni importanti per il futuro nel nostro Paese

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