lunedì 30 settembre 2013

COSE DA NON DIRE AGLI INTERESSATI

COSE DA NON DIRE DI PERSONA AGLI INTERESSATI

C’è la crisi di governo e ho scritto cosa , a parere mio, si dovrebbe fare. Ma ci spero poco, cheverrà fatta
Nonostante la gravità della situazione io, invece, sento la necessità di buttare giù alcune ( amare) riflessioni sulle vendite del mio libro <<Una spia da un milione di dollari>>, che sembra siano al di sotto delle mie più pessime previsioni e questo mi ha costretto a pensarci un po’ su.
La considerazione che come scrittore sono un emerito <<Sig. nessuno>>; che il libro non ha alcuna visibilità, perché non esposto nelle librerie La Feltrinelli, (che in diverse città mi è stato riferito ne hanno boicottato l’acquisto, compresa una libreria in cui , presentatomi come l’autore, chiedevo la cortesia di esporne la locandina,cosa che mi è stata negata)per cui la sua diffusione si poteva basare solo sul <<passaparola>>, cosa che ho chiesto la cortesia di fare agli amici e ai compagni di esperienze di vita.
Si dà il caso che la mia vita <<pubblica>> si possa dividere in cinque fasi, o meglio vite diverse, alle quali corrispondono cinque potenziali aree di lettori, se ovviamente sapessero del mio libro.
Sono vissuto fino all’età adulta a Monsummano Terme, dove rientravo ogni fine settimana da Pisa, dove frequentavo l’Università, negli anni del <<’68>> e dove ero stato un giovane cattolico del dissenso, impegnato pubblicamente: una mia nipote ha messo qualche locandina, ma tranne lei e un solo caro amico d’infanzia, non credo che una parte di quegli amici , lontani negli anni, abbiano saputo  né tanto meno abbiano acquistato il libro. Non credo che siano molti i monsummanesi che hanno scritto libri e una certa curiosità me l’aspettavo. Io nei confronti di uno di loro l’avrei avuta.
Ho vissuto da protagonista, come tantissimi altri , gli anni del <<’68>>; ero uno dei portavoce dell’Assemblea di Chimica. Di quegli anni ribollenti di passioni, di idee, di ideali vissuti e non solo sognati, grazie ad un paio di amici, ho avuto una decina di recapiti e-mail : non so quanti di loro abbiano acquistato il libro, ad esempio per capire cosa era successo in Montedison, per portarmi a diventare una <<spia>>, mentre in realtà volevo fare conoscere le mie proposte di ricerca e mi proponevo come collaboratore. Era un’occasione per capire la realtà interna, ben diversa dall’immagine pubblica del più  grande Gruppo Chimico italiano, il vero volto della sedicente meritocrazia, della stessa R&D e delle qualità necessarie per fare carriera; oltre ai diritti misconosciuti dei ricercatori- inventori.
Un libro utile a capire perché la grande  chimica a tecnologia avanzata, sia stata smembrata e venduta a società straniere; una storia che si sta ripetendo con la Fiat; e oltre alla Chimica, sia ormai in mani straniere l’Elettrotecnica, l’Elettronica di consumo, l’Informatica e potrei continuare l’elenco; farei prima a dire che di Grandi aziende ad elevata tecnologia con la capacità finanziaria di fare R&D e quindi Innovazione, indispensabile per potere competere sui mercati e quindi per una possibile crescita, ne sono rimaste due o tre; persino nell’alta moda abbiamo venduto i nostri marchi più prestigiosi; per cui quando sento parlare di crescita , seppure <<acerba>>, so che mentono al popolo italiano, come mentiva Monti quando diceva che lui, bontà sua, vedeva la luce in fondo al tunnel della crisi ( soffriva di allucinazioni, o meglio faceva propaganda).
A Pisa avevo conosciuto, partecipando a un paio delle loro assemblee gli studenti di Occupy Piazza Dante; avevo esposto molto sinteticamente a grandi linee la mia proposta politica, riportata nel libro; mi aspettavo che qualcuno la volesse capire meglio leggendola; non credo che sia accaduto; forse perché erano veramente troppo impegnati a fare intervento politico e non avevano il tempo per leggere il libro di un vecchio signore dai capelli bianchi; comunque non mi ricordo o non capii le ragioni per cui non condivisero quella mia proposta, ovviamente da integrare; ricordo che avevo insistito sulla necessità di una risposta generale ad un attacco di classe generale, in grado di coinvolgere, in primo luogo quelli che non avevano diritto alla parola, cioè i precari e i pensionati.
Per queste ragioni mi aspettavo che, sempre tramite il solito <<passaparola>>, poteva avere un bacino di lettori nelle Università non limitato ai <<sessantottini>>. Evidentemente il <<passaparola>> non ha funzionato.
Veniamo alla mia vita in Lotta Continua, dalla sua nascita al suo scioglimento, che coincide con la mia attività di ricercatore al Donegani di Novara, dove dire che ero conosciuto è dire niente.
Degli oltre 600 tra tecnici e laureati, oltre che operai e impiegati, ho personalmente rintracciato solo un contatto, ma sono riuscito a mettere la locandina all’ingresso della sala mensa; ovviamente la stragrande maggioranza di colleghi che mi avevano conosciuto è ormai in pensione e non sono riuscito a contattarne altri; credo che il <<passaparola>> non ci sia proprio stato.
Fortuna ha voluto che al Donegani lavorino alcuni miei ex alunni che , sono rimasti in primo luogo sorpresi nel leggere del mio passato, citato nella scheda de libro, e poi entusiasti e si sono messi in contatto con me e hanno fatto passaparola con i loro ex colleghi dell’ITIS L. da Vinci, di cui personalmente ho contattato forse una ventina di ex alunni, disposti ad informare altri del libro; un’area di lettori a cui non avevo pensato inizialmente. Alcuni hanno comprato e letto il libro ( di sicuro una decina) e credo che altri lo faranno, se riesco a farne la presentazione; un momento per rivederci tutti.
Viceversa so con certezza, nonostante la scheda libro appesa in sala professori, di pochi ex colleghi docenti e personale ATA, che hanno comprato il libro, che in parte non hanno ancora letto, perché nella vita ci sono molte cose da fare, ogni giorno.
Per questi colleghi il mio passato politico e in cronaca era del tutto sconosciuto, mentre sapevano perfettamente del mio impegno da docente precario e poi per <<abrogare la Moratti>>per cui mi sarei aspettato un numero maggiore di lettori. Io comprai, per curiosità, un libretto scritto da un collega, che non riuscii a finre di leggere perché era uno scritto paranoico.    
Degli ex compagni di LC di Novara, di cui ero stato fondatore e segretario cittadino, non so neppure se i due che sono riuscito a rintracciare abbiano letto il libro e non credo abbiano fatto <<passaparola>>, perché non hanno neppure risposto alle mie e-mail ( e questa non l’ho proprio capita), per cui Novara città e paesi limitrofi , dove ho vissuto la vita della <<lotta dura senza paura>> è una delle aree dove il libro non è circolato. Si tenga presente che dopo la militanza in LC, c’era stata la vicenda finita in cronaca con infamia, di cui nessunn collega di lavoro, né nessun ex compagno di LC, sapeva niente di cosa era accaduto dentro l’Azienda e che poi, nessun ex sapeva niente del mio impegno e delle mie lotte come docente precario.
Venendo a Lotta Continua, a livello nazionale, sono riuscito a contattare solo due ex compagni, piuttosto noti a livello nazionale; uno mi ha fatto da tramite per gli ex di Torino ( non so con quale esito) che mi avevano conosciuto; l’altro mi avrebbe dovuto fare da tramite per gli ex della segreteria nazionale, che conoscevo tutti di persona, alcuni sin dai tempi dell’università, prima della nascita di LC, dato che i loro recapiti e-mail , ovviamente, non sono pubblici. Di certo un interessamento da parte di qualcuno di loro avrebbe avuto il suo peso; probabilmente, se informati, avranno concluso che non ne valeva la pena, darmi una mano.
C’è da dire che con lo scioglimento dell’organizzazione c’è tata la diaspora, in tutte le direzioni, comprese le politiche, non senza qualche sorpresa clamorosa, a conferma che in LC c’era di tutto di più.
L’ultimo grande bacino di lettori potenziali erano e sono i CIP ( Comitati Insegnanti Precari) di cui sono stato primo presidente cofondatore, e credo di avere avuto un ruolo decisisivo, per la vittoria storica che riportammo, con un nostro emendamento , il riconoscimento della professionalità docente acquisita e maturata in servizio ( la bandiera dei CIP) fu votato da maggioranza ed opposizione, e fa parte della legge 104. La mia richiesta alla Presidente dei CIP, di fare passaparola tra i CIP, nelle scuole, tramite la scheda libro, credo che non sia stata accolta anche se non mi è stata negata a parole. Una decisione politicamente miope, perché dei CIP, della loro prima storia e delle tappe di una mobilitazione di oltre tre anni, facendo cose mai fatte prima da nessuna altra organizzazione, il libro ne parla non poco e sarebbe stata utile conoscerla quella lotta vincente, a tutti i docenti precari e non solo.
Ho citato spesso il <<passaparola>>, come metodo decisivo per libri come questo; è evidente che nessuno aveva l’obbligo di farlo, ma io per un amico che stimavo e di cui sapevo cosa aveva fatto, il <<passaparola>> l’avrei fatto, a prescindere dal merito dell’opera.
Premetto infine un’ultima considerazione e cioè che il mio guadagno dalla vendita del libro è semplicemente ridicolo e non è il guadagno che mi interessa, bensì raggiungere gli scopi di cui parlo nella Introduzione
Ma non sono le considerazioni appena fatte, la causa della mia <<amarezza>>.
Il fatto del tutto sorprendente e inatteso è che amici intimi, che so essermi stati ed essere rimasti amici, il libro non l’hanno comprato. Di questo non riesco a darmi una ragione. Cito solo alcuni esempi
Amici che lavorano nel settore pubblico, che aspettano che qualcuno glie lo presti per leggerlo ( 20 euro per il libro di un amico non li possono spendere?).
Altri che non vogliono rivivere tempi lontani, da scordare ( non ho capito perché, perché non mi sembra che abbiano pagato alcun prezzo per quanto hanno fatto allora), anche se non sanno quanto è accaduto nella mia vicenda finita in cronaca con infamia, e dovrebbero capire quanto io ci tenga, per la mia dignità personale e professionale, a fare sapere la verità sui fatti e misfatti penali accaduti a mio danno e sul significato delle loro azioni contro di me : una ragione fondamentale per aiutarmi, da veri amici, a diffondere il libro. Altri che dicono che si tratta di cose passate, mentre dovrebbero capire che certe cose, come l’infamia pubblica, segnano la vita di una persona che alla propria immagine pubblica ci tiene molto, senza rinnegare niente di ciò che ha fatto; inoltre  sanno che il libro parla di altre mie vite di cui loro sanno ben poco e arriva al 2012, cioè all’attualità politica. Altri che mi invitano a non pensare ai libri scritti o che ho intenzione di scrivere ( sto pensando e lavorando ad un altro libro) di pensare alla mia salute ( alla quale so con certezza che ci tengono) ma che dimostrano di non capire quanto sia importante per me lo scrivere di cose che mi interessano e, forse, possono interessare ad altri.; in altre parole dimostrano di essere diventati amici che non mi conoscono più a fondo; del resto il tempo ci cambia tutti.
Altri che danno giudizi sul gruppo dirigente di LC (poco lusinghieri) ma dimostrano di non conoscerli come persone e di non conoscere cosa stava accadendo nelle sedi  maggiori di LC , a cominciare da Torino, già mesi prima di Rimini; oppure non sanno cosa era accaduto al corteo delle donne a Roma e  quello che dimostrò di non capire il nostro servizio d’ordine, che voleva sfilare davanti al corteo delle donne ( ci fu qualche piccolo tafferuglio) ma quella pretesa, di fatto contrapponeva il servizio d’ordine di LC ad un nuovo soggetto sociale che  emergeva in piena autonomia pubblicamente. C’è da dire che appena un anno prima lo stesso servizio d’ordine aveva rotto il divieto di fatto di manifestare in piazza e permise ad un nostro corteo di sfilare ai Parioli, covo della nobiltà nera e dei loro rampolli assassini di Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. Il libro parla di queste cose e del congresso di Rimini che, di fatto segnò lo scioglimento dell’organizzazione. Un Congresso a cui la maggioranza dei compagni non partecipò e soprattutto non visse e quindi non capì
Si tratta di compagni che allora erano i nostri giovani ragazzi e ora sono pantere grigie, che ho ritrovato con piacere reciproco, sorpresi delle analisi politiche che ho scritto di recente e che, chi le aveva lette, condivideva, per cui pur essendo di parecchi anni più vecchio, mi sentono ancora uno di loro ;io mi chiedo , di nuovo, perché non leggere il libro che parla anche di queste cose; per alcuni credo si tratti della difficoltà di leggere un libro di questo tipo, ma per altri sicuramente no.
Finisco il mio peana dicendo che neppure i tanti amici ( un paio di centinaia  sulla carta) su facebook hanno fatto <<passaparola>> o letto il libro
Non voglio tirare in ballo la crisi che lascia molte tasche semivuote oppure no ma che impone di stare attenti ai soldi, perché non si sa cosa ci riserva l’immediato futuro, l’indomani stesso. Né tirare in ballo il ventennio berlusconiano, preceduto dal ventennio della sconfitta operaia, del suo condizionamento e della crisi senza prospettive d’uscita, se prima non li mandiamo tutti a casa, i responsabili e i complici di questa situazione.

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