domenica 10 novembre 2013

CHE FARE PER NON PAGARE I COSTI DELLA CRISI E PER USCIRNE?



CHE FARE PER NON PAGARE I COSTI DELLA CRISI E PER USCIRNE?

La crisi del debito pubblico che attanaglia i Paesi europei e in particolare quelli del Sud, i cosiddetti PIGS ( maiali) dalle iniziali di Portogallo, Irlanda, Spagna, Grecia, diventati PIIGS, con l’aggiunta dell’Italia, nasce negli Stati Uniti,quando, dopo la crisi della New Economy, scoppia la bolla speculativa dei mutui privati subprime, quei mutui come dice il nome stesso, erogati quasi a chiunque ne facesse domanda, e non a clienti primari.
La crisi viene fatta risalire al 6 agosto del  2007, con la bancarotta di una società di mutui, la American Home Mortage. In seguito molti istituti di credito sono finiti in bancarotta e circa 10 milioni di persone indebitate hanno perso la casa.
Nel 2008 ci fu il crash, il collasso,  una vera e propria esplosione del debito, la più grande bancarotta degli Stati Uniti, che ha  il suo apice nel fallimento il 15 settembre 2008 , della terza più grande banca d’investimento al mondo, la Lehman Brothers; imprevista, perché valutata con la tripla A dalle agenzie di rating;essendo private, nessuno chiese loro conto del ruolo da loro svolto nella valutazione dell’affidabilità dei Bond emessi dalla banca.
Grandi banche in tutto l’occidente ed in particolare americane ed europee arrivarono sull’orlo del fallimento e fiumi di denaro, compresi 350 miliardi di narco-dollari, furono versati per salvarle; le loro perdite furono <<nazionalizzate>>sui bilanci pubblici dai governi.
I debiti privati furono << nazionalizzati>> nei debiti pubblici degli Stati, che si gonfiarono.
 Nel 2008-2009 gli Stati Uniti hanno scaraventato sull’Europa, non solo la crisi dei subprime, bensì la crisi fiscale dell’intero Occidente
Gli Usa e la Unione Europea (Ue),hanno speso o impegnato almeno 18.000 miliardi di dollari  per salvare gli enti finanziari << too big to fail>>, troppo grandi per fallire.
Per contro per rilanciare l’occupazione, gravemente colpita dalla Grande Recessione, sono stati spesi pochi miliardi.
La crisi dei subprime  e il collasso del debito, non sono state causate da nessun “nemico esterno”; viceversa è evidente, che sono state proprio le forze del cosiddetto mercato a portarci sull’orlo del precipizio; le sue cause vanno quindi ricercate all’interno del capitalismo neoliberista ; testimoniano il fallimento del complesso delle sue idee e della sua ideologia, divenute “pensiero unico”, nel “villaggio globale”.
Non sono quindi possibili né credibili “autoregolazioni”, alla luce della mostruosa truffa finanziaria ormai esplosa e rimasta aperta, come una piaga non più rimarginabile.
Stiamo infatti parlando di una crisi, giunta al sesto anno,  peggiore e più lunga di quella storica del 1929; e , a differenza di allora , niente è stato fatto per rimuoverne le cause.
Grazie ai vincoli imposti dal trattato di Maastricht e alle politiche neoliberiste di tutti i governi europei, di qualunque colore, è iniziato lo smantellamento del modello di Stato Sociale europeo.
Il Fiscal Compact,approvato dal Parlamento italiano il 19 luglio 2012,  impone di ridurre il debito pubblico da oltre il 117 % nel 2012, al 60 %, in venti anni, a conti fatti ci costa quasi 50 miliardi di euro all’anno, e, dato che non si attiva in periodi di recessione, come gli attuali, ma in quelli di crescita, appena ci fossero dei segnali positivi in merito, scatterebbe la tagliola dei 50 miliardi, col risultato di uccidere sul nascere ogni accenno di crescita e con l’obiettivo che il debito pubblico non abbia mai fine.
Alle elezioni politiche passate,il rifiuto del voto da parte degli aventi diritto e quello dato per protesta al M5S, è stato largamente maggioritario. Non ne hanno tenuto alcun conto, hanno rieletto Napolitano, che accettando l’incarico, ha inaugurato ,di fatto, una Repubblica Presidenziale, incostituzionale; ha imposto un governo dei partiti sconfitti, che avevano perso circa 15 milioni di voti,. Per la seconda volta,dopo l’ imposizione del governo Monti, senza elezioni Il rifiuto del voto e il voto espresso, già delega in bianco, ma comunque pilastro della democrazia, viene disconosciuto dal Presidente, compreso quello degli elettori, che avevano votato liste contrapposte
Alle elezioni amministrative il solo rifiuto del voto è stato espresso dalla maggioranza dei cittadini, a conferma dell’assoluta sfiducia nei confronti della casta politica e di quella al governo in particolare.
E' un rifiuto trasversale di tutti i partiti, da destra a sinistra, non è ideologico, esprime il rifiuto dell'intera casta politica e dell'intera classe dirigente, incompetente e gonfia di privilegi.
Napoletano, entra nel merito delle cose da fare, prevaricando il Parlamento, propone l’amnistia e l’indulto, a pochi anni di distanza da quello già fatto, che non risolvono il problema e serve solo, per non fare andare in carcere chi ancora non c’è andato, nonostante la condanna Mentre per svuotare le carceri basterebbe depenalizzare alcuni reati minori ( come lo spaccio di droghe leggere),depenalizzare il “reato” di essere entrati come clandestini e fare uscire i reclusi in attesa di giudizio ( siamo l’unico paese che incarcera in attesa del giudizio, senza un processo), in carcere da anni. Riceve prima, solo i partiti di governo, sulla questione della riforma elettorale, che riguarda tutti i partiti, dimostrando di non essere il presidente di tutti i cittadini, non fa una piega e va avanti incurante per la sua strada, mentre dovrebbe dimettersi. Dice di farlo "per il bene del Paese", come il governo delle <<larghe intese>>,esattamente come Monti, dopo Berlusconi e come allora la crisi si aggrava e la recessione ormai si aggrava da 20 (!) mesi.
La disoccupazione giovanile , a livello nazionale, ha raggiunto quota 40%, quella delle donne è quella al Sud, sono ancora più alte.
Secondo l’ISTAT, nel 2012, 9,5 milioni di persone (il 15,8%) delle famiglie) sono in grave deprivazione ( povertà relativa). Più del doppio di due anni fa!
La crescita non c'è e non ci sarà per ancora anni, se non si cambia il sistema attuale
Questo, come quello di berlusconi e di Monti, non è il governo sovrano dei cittadini italiani , bensì un governo a sovranità limitata, guidato dalla BCE (una banca privata) e dalla Merkel, seguita da tutti i governi che accettano il diktat della troika ( FMI, BCE,WTO),secondo l'ideologia  del capitalismo neoliberista, incompatibile con la democrazia, dopo il suo avvento col golpe di Pinochet in Cile nel 1973, e in Italia con l'inizio dell'"austerità" in quegli anni, imposta con la crisi petrolifera.
Non è di un governo che galleggia, come questo, incapace di prendere una misura , alla quale Berlusconi sia contrario, che ha bisogno il Paese. Al di là del teatrino del gioco delle parti, tutti i partiti di governo sono complici, da oltre tre anni
C’è un’alta probabilità che una nuova legge elettorale, non venga fatta, perché alle segreterie di tutti i partiti di governo e pure al padre padrone del M5S, sta bene il “porcellum”, che consente loro di fare votare i candidati scelti da loro e non liberamente dagli elettori. Grillo l’ha detto esplicitamente. Vedremo cosa decideranno i loro congressi, l’otto dicembre. Più a breve vedremo come voterà il senato sull’applicazione della condanna definitiva del Cavaliere, all’interdizione dai pubblici uffici, per due anni..
Se alle prossime elezioni si dovesse formare di nuovo un governo, che continui le politiche economiche neoliberiste, come quelli dal 2011 ad oggi, l’imperversare della speculazione contro i paesi PIIGS , guidata dalle famigerate agenzie si rating che orientano i mercati finanziari, continuerebbe, con effetti tremendi : ricordiamoci che ogni punto di interesse pagato sui titoli di Stato, vale 35 miliardi e nel 2013 dobbiamo pagare 90 miliardi di interessi, che si aggiungono a quelli pagati nel 2012, col risultato che il debito pubblico, invece di scendere, come avevano detto tutti, è salito da 1900 miliardi, nel 2011, a 2034 miliardi nel 2013.
Ma allora, a cosa servono i sacrifici che ci costringono a fare?
Questo contesto impone una riflessione e una decisione, in tempi brevi, sul <<che fare>>.
Per ora non c’è un movimento, che si ponga l’obiettivo del che fare, a cominciare dal fare nascere una Coalizione dei movimenti esistenti e potenziali, senza padri padroni, per mandar a casa e senza alcun privilegio, gli attuali partiti, e stilare un Programma politico generale e concreto, per un’Alternativa Democratica Apartitica, su cui raccogliere le richieste, le proposte e gli obiettivi, su cui chiedere adesioni, con le firme e poi il voto dei cittadini, che pagano la crisi per tutti, per chi non ha mai pagato.
Un programma,  che ponga al centro la cancellazione del debito sovrano, condizione sine qua non, per uscire dalla crisi, unitamente alla stesura di un nuovo Trattato europeo e una Banca Centrale Europea, sotto il controllo del Parlamento europeo, che possa prestare soldi agli Stati, senza passare attraverso la speculazione delle banche, come avviene oggi. Anche a livello italiano occorre una banca pubblica , con le stesse caratteristiche.
Ci sono i movimenti NO TAV, NO MUOS; quello per la casa e il salario di solidarietà; sembrano scomparsi gli Indignadodos, gli Occupy e i diversi altri che erano sfilati a Roma e quello delle donne di <<Se non ora quando? Adesso !>>. In realtà ci sono ancora, ma non si vedono.
Il movimento NO TAV , in Val di Susa, è riuscito a bloccare i lavori , dimostrando che la difesa del territorio può essere vincente. Non dimentichiamoci però , che ha contribuito anche, il venire meno dei finanziamenti europei e che il progetto resta in piedi.
Questi movimenti, sembrano incapaci di raccogliere sul piano elettorale locale e nazionale, il frutto delle proprie mobilitazioni, delle proprie lotte. Forse lo rifiutano. Così facendo, sono incapaci, per ora, di coinvolgere la stragrande maggioranza dei precari, degli esodati, dei pensionati, del popolo del partito che ha vinto le ultime elezioni, quello del rifiuto del voto, che, però, non ha potuto impedire la formazione del <<governo delle larghe intese>>
C’è da chiedersi perchè i movimenti nel nostro paese, siano refrattari a formare una Coalizione, a darsi un programma comune e a raccogliere sul piano elettorale i frutti delle loro mobilitazioni e delle loro lotte, dando vita ad una Alternativa Democratica Apartitica.
Perché dovrebbe essere chiaro, che occorre un’alternativa, che deve essere realmente democratica, nel senso di fare rinascere la democrazia partecipativa e rappresentativa, sotto il controllo del popolo e apartitica, perché se siamo in questa situazione lo dobbiamo al malgoverno della casta dei partiti e alla classe dirigente di questo paese, che devono essere licenziati, per giusta causa, e infine perché i movimenti che si sono espressi, sono tutti stati oltre le ideologie, privi di un’ideologia, senza nostalgia per un passato, morto e defunto sotto le macerie del muro di Berlino, nel 1989.
Al contrario la destra sta crescendo ed entra in parlamento in tutta Europa : ricordare la fine della Repubblica di Weimar è fuori luogo? Non credo.
Alle ultime elezioni cantonali in Francia,il partito della Le Pen, populista, xenofobo, razzista e quindi fascista, ha preso la maggioranza assoluta, in tutti i cantoni..
Se il movimento non saprà fornire un’alternativa credibile, l’astensione non basta e allora il voto potrebbe orientarsi verso il populismo xenofobo e razzista più bieco.
Astenersi è stato giusto ma non basta, lottare per la difesa del territorio, del posto di lavoro, per la casa, per il bene comune, è giusto, ma non basta per non pagare la crisi e uscirne. Occorre andare oltre l'astensione e il voto di protesta,occorre dare una prospettiva generale alle lotte e uno sbocco a livello istituzionale, lavorando  alla costruzione di una Coalizione dei movimenti, senza padri padrone, per l’Alternativa Democratica Apartitica, che esprima un Programma Democratico Apartitico dei Cittadini, fatto di richieste, obiettivi e proposte a carattere generale e concreto, per non pagare i costi della crisi e per uscirne sia a livello italiano che europeo, perché diversamente è impossibile ,cambiare radicalmente lo stato delle cose presente.
Un Programma di governo, da legittimare con le firme, che costituiscono l’unica forma di mobilitazione possibile per moltissimi cittadini,  su cui, poi, chiedere il voto, perchè , oggi, solo con le lotte e senza il voto, non si possono cambiare le cose, perché occorre legiferare in Parlamento. In democrazia, non vi sono scorciatoie, nè alternative praticabili, vincenti.
Un Programma sostenuto da milioni di firme di uomini e donne, della maggioranza della popolazione che paga oggi i costi della crisi e che, se le cose non cambiano radicalmente, continuerà a pagarli per anni, per un debito che non ha fatto , di cui non ha alcuna responsabilità.
Milioni di firme, sono un pronunciamento politico, danno forza e legittimità; costituiscono la nostra campagna elettorale, nei luoghi di lavoro e di studio, nelle piazze, nei quartieri. Sono le nostre primarie aperte a tutti, sul Programma e non sui nomi. Il nostro investimento, sulla popolazione che paga la crisi.
Significa, dare la parola a coloro che non l'hanno mai avuta o potuta esprimere realmente. Sono il modo per costruire i nostri Organismi Dirigenti locali, regionali e nazionali, sulla base delle firme raccolte, delle proposte fatte, delle competenzre espresse. Vuole dire, dare la parola ai lavoratori precari e non, ai disoccupati, ai pensionati, agli studenti; alle donne e agli uomini, ai giovani a cui vogliono togliere il futuro e alla generazione che oggi li aiuta fin che ce la farà, per passare dalla solidarietà familiare e intergenerazionale alla solidarietà collettiva, di classe.
Diamo una nuova prospettiva al rifiuto del voto e al voto di protesta, oggi incapaci di cambiare le cose.
Spetta in primo luogo ai giovani riappropriarsi del loro presente e del loro futuro. Quelli della mia generazione saranno al vostro fianco. Potete contarci.
Costruiamo la Coalizione dei movimenti per l'Alternativa Democratica Apartitica
Come con Monti, la triade governativa ,a guida democristiana, dice di governare " per il bene del Paese". Mentono spudoratamente ora come allora. La crisi durerà ancora molto a lungo, perchè è nell'interesse di chi l'ha provocata e la gestisce, matenere i paesi della fascia mediterranea col cappio alla gola, sempre più stretto. Nelle loro intenzioni il debito deve essere inestinguibile, per procedere con lo smantellamento di ciò che resta dello Stato Sociale, dei diritti di chi lavora, annullando i CCNL , come alla Fiat ,la privatizzazione del bene comune, a partire dall'acqua, dall'Istruzione, dalla Sanità, per poi passare alla predazione dei beni pubblici e demaniali, fino alle riserve auree dello Stato italiano.
In Grecia lo stanno già facendo, hanno tagliato salari, tredicesime, venduto isole e parte delle riserve auree e ciononostante la loro crisi si è aggravata.
Le lotte, in Grecia, sono durate a lungo, massicce e forti, con violenti scontri con la polizia e l’assedio del parlamento. Non sono bastate per impedire l’andata al governo di un’esponente del mondo delle banche, come in Italia.
E’ stata una sconfitta, su cui il movimento deve riflettere. Non è solo per quella via, che si possono cambiare le cose, sul piano istituzionale.
Non abbiamo molto tempo, per prendere decisioni importanti per il presente e il futuro nel nostro Paese.
Riflettiamoci.
La lotta continua H.L.V.S.

lunedì 30 settembre 2013

COSE DA NON DIRE AGLI INTERESSATI

COSE DA NON DIRE DI PERSONA AGLI INTERESSATI

C’è la crisi di governo e ho scritto cosa , a parere mio, si dovrebbe fare. Ma ci spero poco, cheverrà fatta
Nonostante la gravità della situazione io, invece, sento la necessità di buttare giù alcune ( amare) riflessioni sulle vendite del mio libro <<Una spia da un milione di dollari>>, che sembra siano al di sotto delle mie più pessime previsioni e questo mi ha costretto a pensarci un po’ su.
La considerazione che come scrittore sono un emerito <<Sig. nessuno>>; che il libro non ha alcuna visibilità, perché non esposto nelle librerie La Feltrinelli, (che in diverse città mi è stato riferito ne hanno boicottato l’acquisto, compresa una libreria in cui , presentatomi come l’autore, chiedevo la cortesia di esporne la locandina,cosa che mi è stata negata)per cui la sua diffusione si poteva basare solo sul <<passaparola>>, cosa che ho chiesto la cortesia di fare agli amici e ai compagni di esperienze di vita.
Si dà il caso che la mia vita <<pubblica>> si possa dividere in cinque fasi, o meglio vite diverse, alle quali corrispondono cinque potenziali aree di lettori, se ovviamente sapessero del mio libro.
Sono vissuto fino all’età adulta a Monsummano Terme, dove rientravo ogni fine settimana da Pisa, dove frequentavo l’Università, negli anni del <<’68>> e dove ero stato un giovane cattolico del dissenso, impegnato pubblicamente: una mia nipote ha messo qualche locandina, ma tranne lei e un solo caro amico d’infanzia, non credo che una parte di quegli amici , lontani negli anni, abbiano saputo  né tanto meno abbiano acquistato il libro. Non credo che siano molti i monsummanesi che hanno scritto libri e una certa curiosità me l’aspettavo. Io nei confronti di uno di loro l’avrei avuta.
Ho vissuto da protagonista, come tantissimi altri , gli anni del <<’68>>; ero uno dei portavoce dell’Assemblea di Chimica. Di quegli anni ribollenti di passioni, di idee, di ideali vissuti e non solo sognati, grazie ad un paio di amici, ho avuto una decina di recapiti e-mail : non so quanti di loro abbiano acquistato il libro, ad esempio per capire cosa era successo in Montedison, per portarmi a diventare una <<spia>>, mentre in realtà volevo fare conoscere le mie proposte di ricerca e mi proponevo come collaboratore. Era un’occasione per capire la realtà interna, ben diversa dall’immagine pubblica del più  grande Gruppo Chimico italiano, il vero volto della sedicente meritocrazia, della stessa R&D e delle qualità necessarie per fare carriera; oltre ai diritti misconosciuti dei ricercatori- inventori.
Un libro utile a capire perché la grande  chimica a tecnologia avanzata, sia stata smembrata e venduta a società straniere; una storia che si sta ripetendo con la Fiat; e oltre alla Chimica, sia ormai in mani straniere l’Elettrotecnica, l’Elettronica di consumo, l’Informatica e potrei continuare l’elenco; farei prima a dire che di Grandi aziende ad elevata tecnologia con la capacità finanziaria di fare R&D e quindi Innovazione, indispensabile per potere competere sui mercati e quindi per una possibile crescita, ne sono rimaste due o tre; persino nell’alta moda abbiamo venduto i nostri marchi più prestigiosi; per cui quando sento parlare di crescita , seppure <<acerba>>, so che mentono al popolo italiano, come mentiva Monti quando diceva che lui, bontà sua, vedeva la luce in fondo al tunnel della crisi ( soffriva di allucinazioni, o meglio faceva propaganda).
A Pisa avevo conosciuto, partecipando a un paio delle loro assemblee gli studenti di Occupy Piazza Dante; avevo esposto molto sinteticamente a grandi linee la mia proposta politica, riportata nel libro; mi aspettavo che qualcuno la volesse capire meglio leggendola; non credo che sia accaduto; forse perché erano veramente troppo impegnati a fare intervento politico e non avevano il tempo per leggere il libro di un vecchio signore dai capelli bianchi; comunque non mi ricordo o non capii le ragioni per cui non condivisero quella mia proposta, ovviamente da integrare; ricordo che avevo insistito sulla necessità di una risposta generale ad un attacco di classe generale, in grado di coinvolgere, in primo luogo quelli che non avevano diritto alla parola, cioè i precari e i pensionati.
Per queste ragioni mi aspettavo che, sempre tramite il solito <<passaparola>>, poteva avere un bacino di lettori nelle Università non limitato ai <<sessantottini>>. Evidentemente il <<passaparola>> non ha funzionato.
Veniamo alla mia vita in Lotta Continua, dalla sua nascita al suo scioglimento, che coincide con la mia attività di ricercatore al Donegani di Novara, dove dire che ero conosciuto è dire niente.
Degli oltre 600 tra tecnici e laureati, oltre che operai e impiegati, ho personalmente rintracciato solo un contatto, ma sono riuscito a mettere la locandina all’ingresso della sala mensa; ovviamente la stragrande maggioranza di colleghi che mi avevano conosciuto è ormai in pensione e non sono riuscito a contattarne altri; credo che il <<passaparola>> non ci sia proprio stato.
Fortuna ha voluto che al Donegani lavorino alcuni miei ex alunni che , sono rimasti in primo luogo sorpresi nel leggere del mio passato, citato nella scheda de libro, e poi entusiasti e si sono messi in contatto con me e hanno fatto passaparola con i loro ex colleghi dell’ITIS L. da Vinci, di cui personalmente ho contattato forse una ventina di ex alunni, disposti ad informare altri del libro; un’area di lettori a cui non avevo pensato inizialmente. Alcuni hanno comprato e letto il libro ( di sicuro una decina) e credo che altri lo faranno, se riesco a farne la presentazione; un momento per rivederci tutti.
Viceversa so con certezza, nonostante la scheda libro appesa in sala professori, di pochi ex colleghi docenti e personale ATA, che hanno comprato il libro, che in parte non hanno ancora letto, perché nella vita ci sono molte cose da fare, ogni giorno.
Per questi colleghi il mio passato politico e in cronaca era del tutto sconosciuto, mentre sapevano perfettamente del mio impegno da docente precario e poi per <<abrogare la Moratti>>per cui mi sarei aspettato un numero maggiore di lettori. Io comprai, per curiosità, un libretto scritto da un collega, che non riuscii a finre di leggere perché era uno scritto paranoico.    
Degli ex compagni di LC di Novara, di cui ero stato fondatore e segretario cittadino, non so neppure se i due che sono riuscito a rintracciare abbiano letto il libro e non credo abbiano fatto <<passaparola>>, perché non hanno neppure risposto alle mie e-mail ( e questa non l’ho proprio capita), per cui Novara città e paesi limitrofi , dove ho vissuto la vita della <<lotta dura senza paura>> è una delle aree dove il libro non è circolato. Si tenga presente che dopo la militanza in LC, c’era stata la vicenda finita in cronaca con infamia, di cui nessunn collega di lavoro, né nessun ex compagno di LC, sapeva niente di cosa era accaduto dentro l’Azienda e che poi, nessun ex sapeva niente del mio impegno e delle mie lotte come docente precario.
Venendo a Lotta Continua, a livello nazionale, sono riuscito a contattare solo due ex compagni, piuttosto noti a livello nazionale; uno mi ha fatto da tramite per gli ex di Torino ( non so con quale esito) che mi avevano conosciuto; l’altro mi avrebbe dovuto fare da tramite per gli ex della segreteria nazionale, che conoscevo tutti di persona, alcuni sin dai tempi dell’università, prima della nascita di LC, dato che i loro recapiti e-mail , ovviamente, non sono pubblici. Di certo un interessamento da parte di qualcuno di loro avrebbe avuto il suo peso; probabilmente, se informati, avranno concluso che non ne valeva la pena, darmi una mano.
C’è da dire che con lo scioglimento dell’organizzazione c’è tata la diaspora, in tutte le direzioni, comprese le politiche, non senza qualche sorpresa clamorosa, a conferma che in LC c’era di tutto di più.
L’ultimo grande bacino di lettori potenziali erano e sono i CIP ( Comitati Insegnanti Precari) di cui sono stato primo presidente cofondatore, e credo di avere avuto un ruolo decisisivo, per la vittoria storica che riportammo, con un nostro emendamento , il riconoscimento della professionalità docente acquisita e maturata in servizio ( la bandiera dei CIP) fu votato da maggioranza ed opposizione, e fa parte della legge 104. La mia richiesta alla Presidente dei CIP, di fare passaparola tra i CIP, nelle scuole, tramite la scheda libro, credo che non sia stata accolta anche se non mi è stata negata a parole. Una decisione politicamente miope, perché dei CIP, della loro prima storia e delle tappe di una mobilitazione di oltre tre anni, facendo cose mai fatte prima da nessuna altra organizzazione, il libro ne parla non poco e sarebbe stata utile conoscerla quella lotta vincente, a tutti i docenti precari e non solo.
Ho citato spesso il <<passaparola>>, come metodo decisivo per libri come questo; è evidente che nessuno aveva l’obbligo di farlo, ma io per un amico che stimavo e di cui sapevo cosa aveva fatto, il <<passaparola>> l’avrei fatto, a prescindere dal merito dell’opera.
Premetto infine un’ultima considerazione e cioè che il mio guadagno dalla vendita del libro è semplicemente ridicolo e non è il guadagno che mi interessa, bensì raggiungere gli scopi di cui parlo nella Introduzione
Ma non sono le considerazioni appena fatte, la causa della mia <<amarezza>>.
Il fatto del tutto sorprendente e inatteso è che amici intimi, che so essermi stati ed essere rimasti amici, il libro non l’hanno comprato. Di questo non riesco a darmi una ragione. Cito solo alcuni esempi
Amici che lavorano nel settore pubblico, che aspettano che qualcuno glie lo presti per leggerlo ( 20 euro per il libro di un amico non li possono spendere?).
Altri che non vogliono rivivere tempi lontani, da scordare ( non ho capito perché, perché non mi sembra che abbiano pagato alcun prezzo per quanto hanno fatto allora), anche se non sanno quanto è accaduto nella mia vicenda finita in cronaca con infamia, e dovrebbero capire quanto io ci tenga, per la mia dignità personale e professionale, a fare sapere la verità sui fatti e misfatti penali accaduti a mio danno e sul significato delle loro azioni contro di me : una ragione fondamentale per aiutarmi, da veri amici, a diffondere il libro. Altri che dicono che si tratta di cose passate, mentre dovrebbero capire che certe cose, come l’infamia pubblica, segnano la vita di una persona che alla propria immagine pubblica ci tiene molto, senza rinnegare niente di ciò che ha fatto; inoltre  sanno che il libro parla di altre mie vite di cui loro sanno ben poco e arriva al 2012, cioè all’attualità politica. Altri che mi invitano a non pensare ai libri scritti o che ho intenzione di scrivere ( sto pensando e lavorando ad un altro libro) di pensare alla mia salute ( alla quale so con certezza che ci tengono) ma che dimostrano di non capire quanto sia importante per me lo scrivere di cose che mi interessano e, forse, possono interessare ad altri.; in altre parole dimostrano di essere diventati amici che non mi conoscono più a fondo; del resto il tempo ci cambia tutti.
Altri che danno giudizi sul gruppo dirigente di LC (poco lusinghieri) ma dimostrano di non conoscerli come persone e di non conoscere cosa stava accadendo nelle sedi  maggiori di LC , a cominciare da Torino, già mesi prima di Rimini; oppure non sanno cosa era accaduto al corteo delle donne a Roma e  quello che dimostrò di non capire il nostro servizio d’ordine, che voleva sfilare davanti al corteo delle donne ( ci fu qualche piccolo tafferuglio) ma quella pretesa, di fatto contrapponeva il servizio d’ordine di LC ad un nuovo soggetto sociale che  emergeva in piena autonomia pubblicamente. C’è da dire che appena un anno prima lo stesso servizio d’ordine aveva rotto il divieto di fatto di manifestare in piazza e permise ad un nostro corteo di sfilare ai Parioli, covo della nobiltà nera e dei loro rampolli assassini di Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. Il libro parla di queste cose e del congresso di Rimini che, di fatto segnò lo scioglimento dell’organizzazione. Un Congresso a cui la maggioranza dei compagni non partecipò e soprattutto non visse e quindi non capì
Si tratta di compagni che allora erano i nostri giovani ragazzi e ora sono pantere grigie, che ho ritrovato con piacere reciproco, sorpresi delle analisi politiche che ho scritto di recente e che, chi le aveva lette, condivideva, per cui pur essendo di parecchi anni più vecchio, mi sentono ancora uno di loro ;io mi chiedo , di nuovo, perché non leggere il libro che parla anche di queste cose; per alcuni credo si tratti della difficoltà di leggere un libro di questo tipo, ma per altri sicuramente no.
Finisco il mio peana dicendo che neppure i tanti amici ( un paio di centinaia  sulla carta) su facebook hanno fatto <<passaparola>> o letto il libro
Non voglio tirare in ballo la crisi che lascia molte tasche semivuote oppure no ma che impone di stare attenti ai soldi, perché non si sa cosa ci riserva l’immediato futuro, l’indomani stesso. Né tirare in ballo il ventennio berlusconiano, preceduto dal ventennio della sconfitta operaia, del suo condizionamento e della crisi senza prospettive d’uscita, se prima non li mandiamo tutti a casa, i responsabili e i complici di questa situazione.

CRISI DI GOVERNO: CHE FARE? COSTRUIRE UNA COALIZIONE DI MOVIMENTI (senza padre padrone) PER UNA ALTERNATIVA DEMOCRATICA APARTITICA

CRISI DI GOVERNO : CHE FARE?COSTRUIRE UNA COALIZIONE DEI MOVIMENTI( senza padre padrone) PER UNA ALTERNATIVA DEMOCRATICA APARTITICA

C’è una crisi di governo, cosa molto importante per il suo significato e per le sue conseguenze possibili,immediate direi, che potrebbero essere drammatiche e fatte pagare ai soliti, perché si colloca nel contesto sottoindicato
La crisi del debito pubblico che attanaglia i Paesi europei e in particolare quelli del Sud, i cosiddetti PIGS ( maiali) dalle iniziali di Portogallo, Irlanda, Spagna, Grecia, diventati PIIGS, con l’aggiunta dell’Italia; nasce negli Stati Uniti,quando, dopo la crisi della new Economy, scoppia la bolla speculativa dei mutui privati subprime, quei mutui come dice il nome stesso, erogati quasi a chiunque ne facesse domanda, e non a clienti primari.
La crisi viene fatta risalire al 6 agosto del  2007, con la bancarotta di una società di mutui, la American Home Mortage. In seguito molti istituti di credito sono finiti in bancarotta e milioni di persone indebitate hanno perso la casa; circa 10 milioni
Nel 2008 ci fu il crash, il collasso,  una vera e propria esplosione del debito, la più grande bancarotta degli Stati Uniti, che ha  il suo apice nel fallimento il 15 settembre 2008 , della terza più grande banca d’investimento al mondo, la Lehman Brothers; imprevista, perché valutata con la tripla A dalle agenzie di rating;essendo private, nessuno chiese loro conto del ruolo da loro svolto nella valutazione dell’affidabilità dei Bond emessi dalla banca.
Grandi banche in tutto l’occidente ed in particolare americane ed europee arrivarono sull’orlo del fallimento e fiumi di denaro, compresi 350 miliardi di narco-dollari, furono versati per salvarle; le loro perdite furono <<nazionalizzate>>sui bilanci pubblici dai governi.
I debiti privati furono << nazionalizzati>> nei debiti pubblici degli Stati, che si gonfiarono.
 Nel 2008-2009 gli Stati Uniti hanno scaraventato sull’Europa, non solo la crisi dei subprime, bensì la crisi fiscale dell’intero Occidente
Gli Usa e la Unione Europea (Ue),hanno speso o impegnato almeno 18.000 miliardi di dollari  per salvare gli enti finanziari << too big to fail>>, troppo grandi per fallire.
Per contro per rilanciare l’occupazione, gravemente colpita dalla Grande Recessione, sono stati spesi pochi miliardi.
La crisi dei subprime  e il collasso del debito, non sono state causate da nessun “nemico esterno”; viceversa è evidente che sono state proprio le forze del cosiddetto mercato a portarci sull’orlo del precipizio; le sue cause vanno quindi ricercate all’interno del capitalismo neoliberista ; testimoniano il fallimento del complesso delle sue idee e della sua ideologia, divenute “pensiero unico”, nel “villaggio globale”.
Non sono quindi possibili né credibili “autoregolazioni”, alla luce della mostruosa truffa finanziaria ormai esplosa e rimasta aperta, come una piaga non più rimarginabile.
Stiamo infatti parlando di una crisi, giunta al quinto anno,  peggiore e più lunga di quella storica del 1929; e , a differenza di allora , niente è stato fatto per rimuoverne le cause.
Grazie ai vincoli imposti dal trattato di Maastricht e alle politiche neoliberiste di tutti i governi europei, di qualunque colore, è iniziato lo smantellamento del modello di Stato Sociale europeo.
Il Fiscal Compact,approvato dal Parlamento italiano il 19 luglio 2012,  impone di ridurre il debito pubblico da oltre il 117 % nel 2012 al 60 %, in venti anni, a conti fatti ci costa quasi 50 miliardi di euro all’anno, e, dato che non si attiva in periodi di recessione, come gli attuali, ma in quelli di crescita, per cui appena ci fossero dei segnali positivi in merito, scatterebbe la tagliola dei 50 miliardi, col risultato di uccidere sul nascere ogni accenno di crescita e con l’obiettivo che il debito pubblico non abbia mai fine.
Se si dovesse formare un governo qualunque, che non continui le politiche economiche neoliberiste di quelli che l’anno preceduto dal 2011, l’imperversare della speculazione contro i paesi PIIGS , guidata dalle famigerate agenzie si rating che orientano i mercati finanziari, sarebbe tremenda : ricordiamoci che ogni punto di interesse pagato sui titoli di Stato, vale 35 miliardi.
Questo contesto impone una riflessione e una decisione, in tempi brevi, sul <<che fare>>

Per ora non c’è un movimento senza un padre padrone, che si ponga l’obiettivo del che fare, a cominciare dal fare nascere una coalizione dei movimenti esistenti e potenziali, per mandarli tutti a casa e senza tutti i privilegi, e stilare un programma politico generale e concreto, per un’Alternativa Democratica Apartitica, su cui raccogliere le richieste, le proposte e gli obiettivi, su cui chiedere adesioni con le firme e poi il voto dei cittadini che pagano la crisi per tutti, per chi non ha mai pagato. Per ora questa coalizione di movimenti non c’è e non c’è un programma  che ponga al centro la cancellazione del debito sovrano, condizione sine qua non per uscire dalla crisi.
Ci sono i movimenti NO.TAV, NO MUOS; sembrano scomparsi gli Indignadodos, gli Occupy e i diversi altri che erano sfilati a Roma e quello delle donne di <<Se non ora quando? Adesso !>>. In realtà ci sono ancora ma non si vedono.
Questi movimenti sembrano incapaci di raccogliere sul piano elettorale locale e nazionale, il frutto delle proprie mobilitazioni, delle proprie lotte; sono incapaci per ora di coinvolgere la stragrande maggioranza dei precari, degli esodati, dei pensionati, del popolo del partito che ha vinto le ultime elezioni, quello del rifiuto del voto, che, però, non ha potuto impedire la formazione del <<governo delle larghe intese>> fatto dai partiti sconfitti, che hanno perso oltre 11 milioni di voti,( perché il voto, baluardo della democrazia, è diventato una delega in bianco, che non conta più nulla) con la benedizione di un presidente ( con la p minuscola) che ha infranto la Costituzione, inaugurando di fatto una Repubblica presidenziale, incostituzionale; dopo avere violato la Costituzione facendo nascere il governo Monti, senza ricorso alle elezioni ed infine per la partecipazione ad una guerra, in Afganistan , mentre l’Art, 11 della Costituzione dichiara << L’Italia ripudia la guerra>>.
C’è da chiedersi perchè i movimenti nel nostro paese siano refrattari a formare una coalizione, a darsi un programma comune e a raccogliere sul piano elettorale i frutti delle loro mobilitazioni e delle loro lotte, dando vita ad una Alternativa Democratica Apartitica.
Perché dovrebbe essere chiaro che occorre un’alternativa, che debba essere democratica, nel senso di fare rinascere la democrazia rappresentativa sotto il controllo del popolo e apartitica, perché se siamo in questa situazione lo dobbiamo al malgoverno della casta dei partiti e alla classe dirigente di questo paese e infine perché i movimenti che si sono espressi, sono tutti stati oltre le ideologie, privi di un’ideologia, senza nostalgia per un passato morto e defunto sotto le macerie del muro di Berlino, nel 1989
Al contrario la destra sta crescendo ed entra in parlamento in tutta Europa : ricordare la Repubblica di Weimar è fuori luogo? Non credo.
Se il movimento non saprà fornire un’alternativa credibile, l’astensione non basta e allora il voto potrebbe orientarsi verso il populismo xenofobo più bieco.
Non abbiamo molto tempo per prendere decisioni importanti per il futuro nel nostro Paese

giovedì 13 giugno 2013

COSTRUIRE L'ALTERNATIVA POLITICA APARTITICA



Alle elezioni politiche il rifiuto del voto da parte degli aventi diritto e quello dato per protesta al M5S, era stato largamente maggioritario. Non ne hanno tenuto alcun conto, hanno rieletto Napolitano, inaugurando di fatto una Repubblica Presidenziale, incostituzionale. Napolitano ha imposto un governo minoritario, di partiti che avevano perso circa 15 milioni di voti, accettando l'incarico, in violazione della costituzione. Per la seconda volta dopo la imposizione del governo Monti. Il riiuto del voto e il voto espresso, già delega in bianco, ma comunque pilastro della democrazia, viene disconosciuto dal Presidente, compreso quello degli elettori che avevano votato liste contrapposte
Alle elezioni amministrative il solo rifiuto del voto è stato espresso dalla maggioranza dei cittadini, a conferma della assoluta sfiducia nei confronti della casta politica e di quella al governo in particolare.
E' un rifiuto trasversale di tutti i partiti, da destra a sinistra, non è ideologico, esprime ilrifiuto dell'intera casta politica e dell'intera classe dirigente, incompetente e gofia di privilegi. Per questo di seguito parlo di Alernativa democratica Apartitica; esprime il rifiuto di pagare la crisi e il rifiuto dell'idelogia neolibersita che l'ha generata, la gestisce e l'aggrava
 Un governo che non era legittimato a nascere, non fa una piega e va avanti incurante per la sua strada, mentre dovrebbe dimettersi. Dicono di farlo "per il bene del Paese", esattamente come Monti, dopo Berlusconi e come allora la crisi si aggrava e la recessione ormai c'è e si aggrava da 20 (!) mesi.
La crescita non c'è e non ci sarà per ancora anni, se non si cambia il sitema attuale
Questo, come quello di Monti, non è il governo sovrano dei cittadini italiani , bensì un governo a sovranità limitata, guidato dalla BCE (una banca privata) e dalla Merkel, seguita da tutti i governi che accettano il diktat della troika ( FMI, BCE,WTO) secondo l'ideologia  del capitalismo neoliberista, incompatibile con la democrazia, dopo il suo avvento col golpe di Pinochet in Cile nel 1973 e in Italia con l'inizio dell'"austerità" in quegli anni, imposta con la crisi petrolifera.
Astenersi non basta, occorre andare oltre l'astensione e il voto di protesta, lavorando su scala nazionale alla costruzione di una Alternativa Democratica Apartitica, che esprima un Programma Apartitico dei Cittadini, fatto di richieste, obiettivi e proposte a carattere generale e concreto, sia a livello europeo che italiano, in grado di cambiare radicalmente lo stato delle cose presente.
Un Programma di governo su cui chiedere il voto, perchè , oggi, è solo col voto che si possono cambiare le cose, legiferando in Parlamento. Non vi sono scorciatoie nè alternative praticabili, vincenti
A cominciare dal non pagare i costi della crisi e farla pagare a chi l'ha generata e aggravata e cioè alle banche, alla speculazione finanziaria e a chi non ha mai pagato, per la CANCELLAZIONE DEL DEBITO SOVRANO, per la rigenerazione della democrazia partecipativa dal basso.
Un Programma sostenuto da milioni di firme di uomini e donne, della maggioranza della popolazioe che paga oggi i costi della crisi e che, se le cose non cambiano drasticamente, continuerà a pagarli per anni, per un debito che non hanno fatto loro, di cui non hanno alcuna responsabilità.
Milioni di firme sono un pronunciamento politico, danno forza e legittimità; costituiscono il modo di fare la nostra campagna elettorale nei luoghi di lavoro e di studio, nelle piazze, nei quartieri; sono le nostre primarie aperte a tutti, sul Programma e non sui nomi, la nostra fonte di finanziamento principale.
Significa dare la parola a coloro che non l'hanno mai avuta o potuta esprimere realmente. Sono il modo per costruire i nostri Organismi Dirigenti locali, regionali e nazionali, sulla base delle firme raccolte, delle proposte fatte, delle competenzre spresse. Vuole dire dare la parola ai lavoratori precari e non, ai disoccupati, ai pensionati agli studenti; alle donne e agli uomini, ai giovani a cui vogliono togliere il futuro e alla generazione che oggi li aiuta fin che ce la farà, per passare dalla solidarietà familiare e intergenerazionale all solidarietà collettiva, di classe.
Diamo una nuova prospettiva al rifiuto del voto e al voto di protesta, oggi incapaci di cambiare le cose.
Spetta in primo luogo ai giovani riappropriarsi del loro presente e del loro futuro. Quelli della mia generazione saranno al vostro fianco. Potete contarci
Costruiamo l'Alternativa Democratica Apartitica
Come con Monti la triade governativa del compromesso storico a guida democristiana, dicondi farlo " per il bene del Paese". Mentono spudoratamente ora come allora. La crisi durerà ancora molto a lungo, perchè è nell'interesse di chi nl'ha provocata e la gestisce, matenere i paesi della fascia mediterranea colo cappio alla goloa, sempre più stretto. Nelle loro intenzioni il debito debve essere inrestinguibile, per procedere con lo smantellamento di ciò che resta dello Stato Sociale, dei diritti di chi lavora, annullando i CCNL , come alla Fiat e nelle Ferrovie,la privatizzazione del bene comune, a partire dall'acqua, dall'Istruzione, dalla Sanità, per poi passare alla predazione dei beni pubblici e demaniali, fino alle riserve auree dello Stato italiano.
In Grecia lo stanno già facendo, hanno tagliato salari, tredicesime, venduto isole e parte delle riserve auree e ciononostante la loro crisi si è aggravata.

domenica 24 marzo 2013

QUALE GOVERNO E QUALE FUTURO PER IL PAESE?


Nella mia analisi del voto, mettevo in evidenza l’entità assolutamente maggioritaria del “partito” del rifiuto del voto, espresso da oltre 11 milioni di cittadini, di più sia di quelli del centrosinistra che di quelli del centrodestra. Un voto “contro” l’intero arco dei partiti scesi in campo, dall’estrema destra all’estrema sinistra; contro quindi la casta politica e quella dirigente, cioè politica, economica, finanziaria e padronale. A questo rifiuto che di fatto è un voto contro, hanno contribuito molto le diverse componenti del Movimento, e in particolare i giovani di Occupy Wall Street degli Indignados, dei No Tav e tutte le realtà in mobilitazione e in lotta per la difesa del posto di lavoro, dei diritti sindacali messi in discussione, gli esodati e i pensionati e i generale della popolazione che ha pagato i costi della crisi. Questo non significa che sia espressione solo della sinistra, né tanto meno che abbia connotazioni ideologiche.
E’ più corretto parlare di una volontà di cambiamento radicale, a cominciare dall’abolizione dei privilegi della casta politica, per continuare con la messa in discussione delle misure economiche neoliberiste che hanno aggravato la crisi, facendola pagare ai soliti che pagano le tasse per tutti, aumentato la disoccupazione, impoverito l’istruzione pubblica e i Servizi Sociali, esteso la precarietà del lavoro e della vita anche ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato, abolito diritti sindacali, ipotecato il futuro dei giovani e dello stesso Paese, di cui hanno impedito qualunque crescita     
A questo si aggiunge il voto di protesta del M5S di Grillo, autentica “sorpresa” per tutti i politologi, i mezzi di comunicazione e i sondaggi, tutti clamorosamente sbagliati, a conferma della  incapacità di capire la realtà sociale del Paese dei primi, del  ruolo di disinformazione, di mistificazione e di propaganda dei secondi e infine di orientamento del voto degli ultimi.
Il M5S è una realtà composita, con i connotati qualunquistici del vaffanculo, ma che pone al suo centro la liquidazione dei privilegi della casta politica e su questo obiettivo si incontra col rifiuto del voto. Sono aspetti complementari di una realtà sociale vasta, variegata e diversificata.
I cittadini del rifiuto del voto e quelli del voto di protesta,assieme sono maggioranza assoluta.
Tutti i partiti hanno perso complessivamente ben oltre 10 milioni di voti e Monti ha fatto un flop, nonostante le sue dichiarazioni all’Europa, di avere il consenso elettorale degli italiani.
Dal voto sono usciti sconfitti pesantemente i rigurgiti neofascisti; lo xenofobismo secessionista e il razzismo leghista; le ambizioni populiste e autoritarie berlusconiane, con tutte le sue mirabolanti promesse; il tentativo di creare un “grande “centro, rimasto un centrino saldando il voto clericale fondamentalista, cioè la Chiesa,e quello  imprenditoriale e finanziario, con la discesa in campo di Montezemolo, di Marchionne ,Monti e delle banche; la subordinazione alle politiche neoliberiste recessive e antipopolari del PD; le nostalgie ideologiche neocomuniste, nella disastrosa alleanza con IDV, i cui reciproci elettori sono sempre stati estranei tra loro; una pattuglia di SEL resta presente in Parlamento a testimoniare una nuova sinistra ecologista e per nuovi diritti.
Al PD compete l’incarico delle consultazioni per formare un nuovo governo, che tenga presente la volontà espressa dalla maggioranza degli aventi diritto al voto che si sono espressi col rifiuto del voto e dei votanti che hanno espresso un voto di protesta; tutti per un rinnovamento radicale.
Non vi sono alternative, se si vuole rispettare questa volontà maggioritaria, se non si vuole che ancora una volta il voto sia una delega in bianco.
Bersani, nei suoi otto punti, si è dichiarato pubblicamente concorde  con le principali richieste del M5S, relative al taglio dei privilegi dei parlamentari, al dimezzamento del loro numero, ad un tetto di 5.000 euro per i loro emolumenti e per i funzionari pubblici, per la riforma elettorale e la ineleggibilità dei condannati in primo grado, ed altro; l’unico punto di dissenso sembra essere l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile; si potrebbe abbinare ad un tetto per le spese delle campagne elettorali, per permettere anche ai partiti minori di poter partecipare alle elezioni, non riservate così solo ai ricchi potenti. Se questo dovesse risultare un dissenso insuperabile per Bersani, sarebbe la classica foglia di fico.
Sia chiaro, noi non sappiamo cosa accade dietro le quinte, dove si svolgono le trattative vere.
Chiunque faccia fallire questa soluzione , si assumerebbe una grave responsabilità di fronte al Paese.
I chiunque sono i tre attori principali.
A Bersani compete l’incarico di formare un governo, la nomina dei ministri , la presentazione in Parlamento e la definizione di un programma con gli obiettivi di governo.
Bersani deve presentare un programma, coerente con le sue dichiarazioni programmatiche,  che ponga come prioritari , i punti comuni col M5S, in un primo decreto su cui chiedere la fiducia. Se non lo fa perde la faccia e dice a tutti che le sue erano solo promesse elettorali e segna la sua fine politica. Se lo fa avrebbe l’effetto di fare scoprire le carte al M5S, perché se ottiene la fiducia, il governo va avanti ed è una vittoria di entrambi e per tutti coloro che vogliono il cambiamento; se il M5S non vota la fiducia, si scopre il suo bluff, la sua irresponsabilità di fronte al Paese e Grillo si rivela essere solo un politicante capopopolo, un demagogo, un padre padrone del M5S e un irresponsabile, pericoloso per il futuro stesso della democrazia. Segnerebbe la sua fine politica
Chiunque comprende infine anche l’inquilino del Colle,Napolitano, che attualmente si oppone a questa soluzione e fa pressione sul PD per soluzioni diverse; dà un incarico a Bersani “condizionato” nel senso che vuole un governo di larghe intese, con maggioranza anche al Senato, per cui Bersani tenta  un accordo con la Lega e Monti, per avere la maggioranza al anche al Senato , senonchè Berlusconi pone le sue condizioni: che non si parli più della sua ineleggibilità, cioè vuole un salvacondotto per le sue condanne, e che lui indichi un candidato di centrodestra per il Quirinale. A queste condizioni il PDL si asterrebbe dal voto
Ora tutti capiscono che si è di fronte ad una soluzione pasticciata per dare vita ad un governo estremamente fragile, ostaggio del centrodestra e che non potrebbe attuare nessuno degli otto punti dichiarati da Bersani, né rimettere in discussione nessun provvedimento di legge fatto sotto il governo Monti, neppure la legge del coccodrillo che piange per i sacrifici chiesti agli italiani, né le leggi “ad personam” di Berlusconi. Saremmo di fronte ad un governo “del Presidente”, perché di fatto lo impone il Colle,  che continuerebbe le politiche economiche di Berlusconi e di Monti  
E’ una soluzione politicamente improponibile e impercorribile, che comporterebbe il tradimento della volontà espressa a larga maggioranza dai cittadini aventi diritto al voto, che hanno espresso col  rifiuto del voto, e col  voto di protesta, una richiesta esplicita e ineludibile di cambiamento radicale e infine anche di quelli che hanno votato partiti del centrosinistra e del centrodestra, in netta contrapposizione tra loro, in una campagna elettorale arrivata agli insulti personali.
Il voto resterebbe così una delega in bianco, dato a partiti che fanno poi quello che vogliono 
Dopo aver ignorato il suo ruolo di Garante della Costituzione, affidando l’incarico a Monti, senza elezioni, il non rispetto del voto popolare, che è il pilastro della democrazia, equivarrebbe al tradimento della volontà popolare e a un colpo di Stato. La democrazia non esisterebbe più nel nostro Paese neppure formalmente, dopo essere stata messa in mora da Napoletano e tradita nella sostansa da quando esiste, con la mancata attuazione della Costituzione.
L’inquilino del colle prima di andarsene, dunque faccia un passo indietro, per il bene del Paese.
Altrimenti si aprirà una fase molto critica per il Paese, non solo per lo scatenarsi della speculazione e per l’aggravamento della crisi economica, ma per lo stesso futuro democratico del nostro Paese, con sbocchi che potrebbero essere anche autoritari.
Sbocchi autoritari dopo le crisi, hanno fatto tragicamente storia, con Mussolini, con Hitler, con Pinochet e l’elenco potrebbe continuare con Eltsin, con i torturatori argentini e tutti quei governi autoritari che hanno imposto le ricette del neoliberismo, incompatibile con la piena democrazia.

Le componenti del Movimento che in questi anni si sono mobilitate e hanno lottato per obiettivi e proposte specifiche e settoriali, hanno espresso il loro rifiuto del voto, contro l’attuale casta politica, economica, finanziaria e padronale.
Occorre andare oltre perché col rifiuto del voto non si governa e neppure col voto di protesta.
Occorre guardare con molta attenzione a quanto accade a livello istituzionale; vigilare e se necessario mobilitarsi e scendere in piazza, per ribadire la nostra volontà di cambiamenti radicali, a cominciare dalla politica e in primo luogo della politica economica per uscire dalla crisi, facendola pagare a chi non ha mai pagato
Occorre soprattutto dare la parola al popolo dell’astensione e della protesta, raccogliendo milioni di firme su un Programma Politico Apartitico Unitario dei Cittadini, centrato su obiettivi e proposte generali e concrete, per la tutela del bene comune, per la ripresa della democrazia partecipativa.

                                NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO

                                PAGHI CHI NON HA MAI PAGATO

                                SE NON ORA QUANDO? ADESSO !

La lotta continua 


martedì 5 marzo 2013

ELEZIONI, IL VOTO CONTRO E QUELLO DI PROTESTA SONO MAGGIORANZA



 
E’ finito il circo Barnun elettorale e si può farne un primo bilancio abbastanza importante, che spazza via un bel po’di luoghi comuni, tra cui quello che gli italiani sono un popolo di immaturi che credono alle favole elettorali e particolarmente  recidivi alle roboanti promesse del Cavaliere. Niente di più sbagliato. Una larga  maggioranza, ben oltre la metà, degli italiani ha espresso il più alto grado di maturità e consapevolezza, mai raggiunto in passato, perché ha capito la lezione e quanto è accaduto da quando c’è la crisi e la posta in gioco in queste elezioni, che segnano una svolta storica.
Non è un’opinione. Lo dicono i numeri e il loro significato nel contesto della crisi sociale, ormai quinquennale, più lunga e più grave di qualunque altra crisi in passato,  della recessione diventata depressione economica, dell’impoverimento economico, sociale e culturale del Paese.
Se non si valuta il risultato elettorale e il suo chiaro significato impietoso alla luce del contesto sociale,  economico e culturale, con i piedi per terra, si sragiona nel vuoto, si fa propaganda interessata.
Cominciamo col dire che su 46.906.343 aventi diritto al voto,  11.634.803 pari al 25 per cento,un italiano su quattro, non ha votato, cioè i cittadini Contro l’attuale sistema dei partiti, in toto, rappresentano il primo “partito” in assoluto, con più voti sia del Centrosinistra (10.047.607 voti), che del Centrodestra ( 9.923100 voti). Vi sono inoltre quasi 1.267.000 tra schede nulle o bianche, pari al 3,6 per cento circa, da sommare al voto Contro, quello del rifiuto.
I cittadini italiani Contro e quelli del voto di protesta a Grillo, sono larga maggioranza alla Camera e al Senato, segno che rappresentano cittadini di tutte le età, dai pensionati ai giovani , con ampia prevalenza dei giovani, la cui maggioranza sono studenti e/o lavoratori precari e/o disoccupati.
E’ l’insieme di questi due voti che  fa assumere un nuovo significato a entrambi. Il rifiuto del voto, l’astensione di per se, anche se in entità minore e crescente, c’è sempre stato e da solo poteva esprimere anche disinteresse qualunquista , mentre ora diventato maggioritario,unito al voto di protesta, rifiuto qualunquista non è più e, nella crisi, assume viceversa un connotato di classe di coloro che la pagano per tutti gli altri; che sono contro e protestano, anche se non esprimono ancora un programma politico di classe.
Il voto di protesta di per se , non va oltre la denuncia dei privilegi della casta politica,di cui tutti,a cominciare dal PD, dicono di volere tagliare il numero e i privilegi, a parole, sapendo bene di non avere la maggioranza per farlo, per cui è come con le promesse di Berlusconi o di Monti. Non mantenute e non mantenibili. La protesta non è espressione di un programma politico, né tanto meno ha connotati di classe, perché può avere molte motivazioni, anche contrapposte; da sola può esprimere il qualunquismo del vaffanculo, che nella forma non democratica  guidata da un capopopolo, ha connotati pericolosi e può portare a sbocchi imprevedibili. Anche Bossi è stato un capopopolo, pure Berlusconi lo è, per non andare indietro fino al Duce. Questa involuzione del voto di protesta, oggi è preclusa dal voto Contro e dal suo significato.
Delle motivazioni del voto di protesta a Grillo sono comunque condivisibili quelle espresse anche dal Movimento, a partire dal taglio drastico dei costi della politica, del numero dei Parlamentari e assessori regionali, dei loro stipendi, dei vitalizi  e dei loro privilegi ed altro. Non è viceversa assolutamente condivisibile il ruolo antidemocratico da capopopolo  e padre padrone di Grillo. In altri termini agli elettori del movimento 5 stelle resta l’opzione di confluire nelle liste che esprimerà il Movimento col suo programma.
Il significato inequivocabile di questo “partito” di maggioranza  di cittadini Contro, in primo luogo rappresenta l’assoluta sfiducia e il rifiuto dell’attuale casta politica, economica e finanziaria, cioè di una classe dirigente incapace e vorace e del malgoverno di partiti, gonfi di privilegi, tutti, dall’estrema destra all’estrema sinistra, che non vi hanno mai rinunciato.
Non ha connotati ideologici di sorta, che viceversa rifiuta. Si esprime infatti al di fuori e  rifiuta tutte le ideologie presenti in campo; in primo luogo l’ideologia neofascista dell’estrema destra; seguita da quella xenofoba e razzista leghista e populista del berlusconismo;quella fondamentalista cattolica e neoliberista del centro; quella del compromesso storico con l’ex DC e della subordinazione al neoliberismo, espresso dal sostegno al governo Monti. Sfiducia e rifiuti questi ultimi maturati già col governo Berlusconi con le sue leggi ad personam e antipopolari, a favore degli evasori. E resi irreversibili dal governo Monti espresso dalle banche e da chi l’ha sostenuto in Parlamento.
Infine si esprime al di fuori e rifiuta l’ideologia comunista, crollata col muro di Berlino, ma già posta radicalmente in discussione e in soffitta nel 1975 dai “ragazzi che volevano fare la rivoluzione”, sconfitti assieme alla classe operaia della grande fabbrica fordista, Gasparazzo.
Si tratta quindi del “partito” di maggioranza dei Cittadini Contro, che sfiduciano  e rifiutano l’attuale classe dirigente politica, economica e finanziaria, per le scelte economiche neoliberiste di austerità fatte, che hanno aggravato la crisi e la recessione economica , giunta a livelli mai visti nei Paesi della fascia mediterranea,in primis nel nostro Paese, per l’entità della disoccupazione , della precarietà del lavoro e della vita, di cui i potenti vogliono ipotecare persino il futuro. I governi di Berlusconi e di Monti, hanno prima portato il Pese sull’orlo del baratro negando la crisi e poi hanno aggravato il debito pubblico,  senza alcun segnale di uscita dal tunnel , né di una possibile crescita economica, per la quale la classe dirigente imprenditoriale ha distrutto o venduto all’estero le grandi imprese high tech necessarie per l’innovazione tecnologica, per cui, ora,mancano le condizioni strutturali nel nostro Paese per competere nella globalizzazzione.
Una crisi fatta pagare interamente ea chi paga le tasse per tutti, lasciando inalterate l’evasione e la corruzione, di cui il nostro Paese ha il triste primato, diventato anomalia in Europa, come per quello dell’economia delle mafie, la prima azienda con 150 miliardi di euro di fatturato.
 Vengono smascheratì il ruolo dei sondaggi e dell’informazione radiotelevisiva, clamorosamente sbagliati sull’astensione e su Grillo, rivelando che non sono altro che propaganda e un mezzo di condizionamento di massa, fatti per orientare il voto

Il calo dei votanti è stato del 5 per cento rispetto alle politiche del 2008, di per se poco significativo e in atto da diverse tornate elettorali; il suo significato dirompente si capisce appieno se abbinato al voto di protesta
Viene meno in primo luogo il timore di un’affermazione della destra, come sbocco politico della crisi, come accaduto col fascismo, poi col nazismo; scaccia questi fantasmi del passato; indietro non si torna. Infine viene rifiutata l’ideologia recessiva neoliberista, affermatasi con l’austerità, dopo la crisi energetica del 1973 e le successive fino al 2008. Questo è il dato più denso di significato, perché mette in discussione il capitalismo neoliberista e le sue ricette, subentrate al Keynesismo.Un dato di portata storica che dice che occorre cambiare radicalmente l’attuale sistema finanziario,economico e politico.
Non è una mia opinione. Lo dicono i numeri e il confronto con le elezioni del 2008 alla Camera

Il Centrodestra perde il 17,8 per cento dei propri voti, più del Centrosinistra che ne perde il 9 per cento.
L’estrema destra, fascista nostalgica e squadrista, perde il 60 per cento dei propri voti, passa da 1.100.000 circa a 400.000 voti, perdendone circa 700.000;
La Lega Nord, con le sue minacce di secessione e il suo xenofobismo razzista, ne perde 1.634.387 il 54 per cento, oltre la metà.
Il PdL ne perde in assoluto più di tutti, 6.297.343, il 53,7 per cento, nonostante l’onnipresente Berlusconi con le sue mirabolanti promesse, su tutte le reti, Rai e Santoro compresi; non prende i voti dei siciliani a cui ha ripromesso il ponte sullo Stretto, né quelli dei giovani a cui ha promesso 4 milioni di posti di lavoro, né quelli del ceto medio a cui ha promesso la cancellazione dell’Imu, l’unica tassa sul patrimonio immobiliare non evadibile, perché gli immobili si vedono, ancorché iniqua sulla prima casa non di lusso.
Il Cavaliere perde più della metà dei suoi voti, è il principale sconfitto. Ma nella sconfitta, non per la sua forza ma per la debolezza altrui, raggiunge l’obiettivo che si era prefisso : rendere ingovernabile il Paese con un governo in cui il PdL non sia presente, col suo potere di veto e di condizionamento, come successo col governo Monti, che infatti ha continuato la politica economica antipopolare del suo predecessore. A lui sta bene che il Paese sia ingovernabile, <<senza di me non si governa>> e non conta niente il prezzo che il Paese pagherà per  questo, perché è un prezzo che non pagherà lui.
Il Centrosinistra perde 4.432.000 voti, pari al 28,4 per cento; di questi il PD ne perde 3.452.606, quasi un terzo dei propri voti. Paga così il rifiuto di andare all’elezioni dopo le dimissioni di Berlusconi, come imponeva la Costituzione, inosservata da Napolitano che doveva esserne il garante; paga suo sostegno a scatola chiusa, al governo delle banche, responsabili della crisi e di Monti , il loro uomo; paga la sua subalternità alle scelte neoliberiste, recessive, profondamente antidemocratiche, di aumento delle disuguaglianze, di impoverimento della popolazione  che paga la crisi e l’arricchimento dei ricchi potenti. Dice di farlo“ per il bene del Paese” “ per evitare la bancarotta” .
 Menzogne perché il bene del Paese non l’ha fatto e la bancarotta era uno spauracchio, dato che l’Europa non poteva permettere la bancarotta del Paese con la terza economia per entità, per non decretare la propria fine. Stavolta il mancato successo e il calo dei voti non lo può attribuire ad altri che a se stesso
Monti e Casini, cioè il potere delle banche e della Chiesa fondamentalista e conservatric , ottengono 3.591.560 voti, pari al 10,6 per cento; UDC perde 600.000 voti; nonostante la scesa in campo di Montezemolo e l’appoggio esplicito di Mr Marchionne a Monti. Lui aveva dichiarato all’Europa di avere il consenso degli italiani alle sue misure economiche. Falso; la lista per Monti, ottiene solo quasi 2.824.000 voti , nonostante la grancassa masmediatica , in cui sembrava che lui e il Cavaliere, fossero i due principali esponenti in lizza.
Monti si era impegnato a ridurre il debito pubblico, che invece era salito, in meno di un anno da 1900 miliardi a 2014 miliardi; a riportare lo spread a livelli fisiologici e invece ha continuato il suo percorso sulle montagne russe, sopra quota 300; a fare ripartire la crescita che invece non c’è e la recessione si è aggravata ed è diventata depressione; il tutto grazie alle sue misure neolibereiste recessive che hanno aumentato le disuguaglianze.Non ha raggiunto gli obiettivi ufficiali dichiarati di riduzione del debito e della crescita;  le critiche rivoltegli da Berlusconi erano vere, solo che venivano dal pulpito sbagliato, che aveva portato il paese sull’orlo del baratro.
Con Monti viene sconfitto l’ambizioso progetto che ci stava dietro, di saldatura tra il potere delle banche, dei grandi industriali e della Chiesa più reazionaria, sconfitta nella battaglia contro la modernità, travolta dagli scandali della pedofilia, e non ancora del tutto pulita per la politica dello IOR
Quello che doveva essere un “ grande centro” resta un centrino, che deve dire addio alle sue ambizioni di classe dirigente e di ago della bilancia in politica.
La sinistra radicale, che si rifà all’ideologia comunista, liquidata dalla storia con le macerie del muro di Berlino, per la seconda volta non ottiene il quorum per entrare in Parlamento, tranne la piccola pattuglia di Sinistra Ecologia e Libertà, che ha avuto l’intelligenza di non qualificarsi come comunista. SEL che rappresenta anche i Verdi oltre a una parte dei voti comunisti, prende 1.090.802 voti e entra in Parlamento.
Se si sommano i voti di Rifondazione Comunista e dei verdi del 2006 e dell’IDV di Di Pietro nel 2008 si ha un totale di 4.607.488, a fronte dei quali SEL e Rivoluzione civile ne prendono 1.855.876, con una perdita complessiva di 2.751.612 voti, cioè circa il 50 per cento.
La sinistra sinistra o radicale che dir si voglia, non perde il vizio di frammentarsi e frantumarsi e la componente neocomunista non entra in Parlamento per la seconda volta.
E’ una sconfitta definitiva  e ribadita dunque, che ratifica la sua liquidazione, che impone una  presa d’atto senza se e senza ma, che potrà liberare dagli steccati ideologici e talvolta settari, di importanti energie per il Movimento, per la sua crescita, diffusione e sviluppo, perché si tratta di compagni militanti in prima fila nell’imppegno nel sociale.
 L’unione a fini solo  elettorali dell’elettorato potenziale di Di Pietro, De Magistris e Ingroia  e quello degli ex di Rifondazione Comunista e di Diliberto è risultato un fallimento totale,innanzi tutto perchè si trattava di due elettorati diversi e nei fatti inconciliabili sotto troppi profili.
La presenza della Fiom, non poteva garantire di per se, il voto degli operai delle grandi fabbriche, il cui peso elettorale è numericamente diventato meno importante e con un ruolo ridotto, a seguito della scomparsa di buona parte delle grandi fabbriche e della ristrutturazione, robotizzazione, esternalizzazione ecc ecc , se non si salda con quello degli operai delle fabbriche piccole e medie, dove l’art.18 non esiste e al di là di steccati di categoria sindacale, e in particolare ai problemi dei lavoratori precari giovani e non in tutti gli altri comparti lavorativi e ai disoccupati.
Alla Fiom resta aperta la possibilità di una sua evoluzione politica nell’ambito del Movimento, oltre la sua logica di categoria sindacale, per rappresentare gli operai e i lavoratori  di tutte le fabbriche di tutti i settori produttivi, agricoli, della distribuzione, dei servizi, pubblici e privati e in particolare i lavoratori precari e i loro diritti; si tratta do dare vita ad un nuovo soggetto sindacale-politico, componente fondamentale del Movimento
Occorre andare oltre la logica solo sindacale e guardare ai problemi dei cittadini che pagano la crisi, ai problemi del Paese e di chi lo dovrà dirigere.
Per l’ingovernabilità che ne consegue, la casta politica, imprenditoriale, economica e finanziaria, deve ringraziare se stessa, che ha gestito il Paese e ha portato a questa situazione, che ha determinato per reazione il non voto Contro e quello di protesta  come conseguenza e come primo passo per una alternativa, che non può che iniziare dal rifiuto del presente, dalla sua liquidazione politica di classe dirigente..
Ingovernabilità che  avrà un pesante costo economico, con la ripresa della speculazione e la guerra del dollaro contro l’euro di un Europa, che nonostante sia al primo posto come economia, un gigante economico e tecnologico, è un nano politico , guidato dalla troika della Bce, FMI e Banca mondiale, e da governi di centro destra con politiche neoliberiste e dalla locomotiva tedesca; ingabbiato nei vincoli del trattato di Maastrict e subordinato all’egemonia dei petrodollari.
Non so quali conigli dal cappello possano tirare fuori i partiti né cosa potrà fare un governo ostaggio dei veti incrociati, comunque a termine; sicuramente non ci potrà portare fuori dalla crisi, né innescherà una crescita,  non cambierà il meccanismo elettorale, né liquiderà i privilegi e il potere delle caste.
Il Quirinale deve tenere presente il risultato elettorale e il suo significato, se stavolta vuole rispettare la Costituzione; non tenerne conto equivarrebbe ad un colpo di stato. Non sono quindi proponibili inciuci tra partiti che hanno chiesto e ottenuto voti, per motivazioni contrapposte, salvo tradire il mandato ricevuto. Una “grande coalizione” PD,PDL,Monti, sarebbe sotto questo profilo incostituzionale; una che veda assieme PD, Monti e M5S è improponibile per i veti incrociati ; resta la possibilità di un governo PD e M5S, qualora Bersani accetti le richieste fondamentali di Grillo, che , a parole, ha detto di condividere. Sarebbe il male minore e potrebbe fare una riforma elettorale per nuove elezioni.
Le pressioni per una riedizione di un governo di larghe intese sono enormi; in questo caso,all’orizzonte si profila una nuova manovra economica, di nuovo “ per il bene del Paese, per evitare la bancarotta”. Un film già visto. Un brutto film di zombies che sopravvivono alla loro morte, alla guida di un Paese allo sbando.
Dipenderà quindi da noi.
Il rifiuto del voto esprime il voto del rifiuto, il voto Contro questo tipo di società e dell’intera sua classe dirigente, politica, economica, finanziaria:
Il primato del voto Contro e di protesta ratifica gli attuali rapporti di forza elettorali, con la forza dei numeri, ma non è una vittoria perché non è una soluzione dei nostri problemi; non ha potere decisionale sulle scelte da fare e sugli obiettivi da perseguire.
In altri termini non governa e lascia che altri lo facciano; se non saranno capaci di farlo, per i veti incrociati, per i compromessi indicibili che impediranno soluzioni positive alla crisi, il nostro Paese sarà oggetto di una speculazione feroce, il cui prezzo lo pagheranno i soliti,quelli che hanno sempre pagato.
Da però un’indicazione chiara, dice che occorre ripartire da capo, pone all’ordine del giorno, la necessità assoluta  di costruire  un’ alternativa, libera dai vincoli ideologici vecchi e nuovi , che resta dunque tutta da individuare e concretizzare, a partire da dove è arrivato il Movimento con la mobilitazione e le lotte di questi anni.
Il risultato sul piano elettorale dei cittadini Contro e col voto di protesta, ottenuto dal Movimento con la mobilitazione e le lotte di questi anni, non è da poco. Era necessario dire NO al voto-delega in bianco e all’attuale sistema politico, economico, imprenditoriale, finanziario, in altri termini all’attuale classe dirigente. E da qui si riparte.
Il Movimento, nelle sue articolazioni non è riuscito ancora ad andare oltre il rifiuto, oltre il voto Contro, per approdare al voto Per, cioè  esprimere un Programma Politico Apartitico Unitario dei Cittadini, fatto di obiettivi generali e concreti, che affrontino l’intera condizione dei cittadini che stanno pagando la crisi; il superamento della precarietà; il rifiuto di pagare la crisi facendola pagare a chi non ha mai pagato; una via d’uscita dal ricatto del debito sovrano; la liquidazione delle caste politiche, economiche e finanziarie e della loro corruzione, con l’abolizione retroattiva dei loro privilegi  che, con le banche,  ci hanno portato a questa situazione; il recupero totale dell’evasione e dei soldi delle mafie ed altro ancora.
Il rifiuto del voto ha posto all’ordine del giorno il rifiuto di questo tipo di società e dell’intera sua classe dirigente, politica, economica, finanziaria.
Non compete a loro cambiare radicalmente lo stato delle cose, perché ne sono incapaci, quello attuale lo hanno determinato e gestito loro e gli sta bene così.
Spetta ad altri. Spetta a tutti noi . Non vi sono alternative. Non sprechiamo il tempo che ci resta. Non ce n’è molto. Settimane? Pochi mesi? Non di più
Benvenute alle iniziative per mettere all’ordine del giorno le linee per un coordinamento nazionale di tutte le realtà del Movimento, per definire le linee fondamentali di un Programma Politico Apartitico Unitario dei Cittadini e del che fare. Da subito

Nel mio libro UNA SPIA DA UN MILIONE DI DOLLARI in vendita on line sui siti ilmiolibro.it, lafeltrinelli.it e nelle librerie La Feltrinelli, ho riportato una mia proposta fatta a Pisa un anno fa, senza esito, di Programma Politico  Apartitico Unitario dei Cittadini; sicuramente da migliorare e soprattutto integrare. A cominciare dalla revisione della supremazia del dollaro emersa da Bretton Wood e nelle crisi energetiche, dalle quali i petrodollari diventano l’unica moneta di scambio internazionale, ai trattati di Maastrict fino alla Bce che può prestare soldi solo alle banche private ma non agli Stati.
Entro infine nel merito del Che fare? Dare la parola ai cittadini, attraverso la raccolta di milioni di firme, tanto per cominciare
                      NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO
                 PAGHI LA CRISI CHI NON HA MAI PAGATO
                     SE NON ORA QUANDO? ADESSO!


Antonio Marraccini

giovedì 7 febbraio 2013

PENSIERI


                                                IL MIO “ESERCITO”

Credo di essere ormai quasi alla fine del mio lavorìo per promuovere il libro, tramite il passaparola, e posso farne un piccolo bilancio, a cominciare dal perché è stato necessario e cosa ha significato per me.
Il “successo” di questo libro, in primo luogo e nella fase iniziale, non dipenderà tanto dalla sua bontà, che conterà molto dopo la sua lettura per invogliare a consigliarlo, quanto dalla sua visibilità.
Il libro non è esposto nelle librerie Feltrinelli in cui è in vendita e deve essere ordinato, per cui si deve sapere che c’è, conoscerne titolo e autore e si deve avere un’idea dei contenuti e/o essere indotti a farlo per la curiosità di cosa ho scritto, per coloro e in primo luogo da voi, che mi avete conosciuto, in una delle diverse vite della mia esistenza, che si sono susseguite nell’arco di decenni, in luoghi e in circostanze e contesti molto diversi tra loro.
Tant’è che molti di voi sono sicuramente rimasti sorpresi nel leggere i miei cenni autobiografici : << non avrei mai creduto che avresti scritto un libro…di che parla?>> mi dice un amico d’infanzia
<<Prof. ho letto la sua locandina in IGD,con stupore, non avrei mai pensato che…>>scrive un mio ex alunno << ma chi te l’ha fatto fare>> mi chiede un compagno d’università<< la tua vicenda è ormai lontana, pensi che possa interessare ancora?>> scrive un collega dell’IGD, e potrei citarne diverse altre.
Ho potuto pubblicare il libro tramite uno dei tanti siti on line che pubblicano E-book, nel mio caso ilmiolibro.it, a cui si può ordinare come e-book o stampato, convenzionato con le librerie Feltrinelli, presso le quali si può ordinare (prezzo e-book 15,5, prezzo di copertina presso librerie feltrinelli 20,5 e con spedizione a domicilio tramite sito lafeltrinelli.it 17,42). Questa via, da un lato presenta il vantaggio per chiunque voglia pubblicare, di poterlo fare, a sue spese, senza dovere passare attraverso il giudizio di un critico letterario o editoriale; all’autore-editore spettano le inevitabili spese di editing ( la sua trascrizione in un formato adeguato, la foto in copertina, la scheda del libro ecc) e quelle eventuali per la sua pubblicità e  la promozione del libro; gli E-book, molto economici, hanno successo in particolare tra i giovani che vogliono spendere poco
A Il Mio Libro e Feltrinelli competono tutte le altre; di conseguenza, di fatto ne stabiliscono il prezzo, correlato anche al numero di pagine, in merito al quale mi si dice che non sono stato chiaro.
Il prezzo stabilito da Il Mio Libro, come E-book scaricato da Internet dal sito ilmiolibro.it , è 15 euro. Prezzo di copertina 20,5 euro.
Prezzo scontato del libro ordinato in libreria Feltrinelli è 17,42 euro, spedito a casa è di 18,45 euro   La quota che spetta a me è molto, molto bassa…io non ho ancora controllato la cifra esatta e non so se lo farò; non ho pubblicato il libro per fare soldi, gli scopi sono diversi e lo capirete leggendolo; ciò non toglie che sia  un riconoscimento assolutamente inadeguato per l’autore di un libro, un’opera di cultura.
E questo mi fa pensare al “riconoscimento” ricevuto per la mia scoperta scientifica , paragonato al suo valore e allo stipendio degli insegnanti, paragonato alla loro funzione o a quello della stragrande maggioranza delle pensioni dopo una vita di lavoro.
Questo sistema è a rischio zero per loro, qualora il libro risulti un flop ( insuccesso) e guadagni sicuri sulle vendite, tante o poche che siano, perché stampano solo su ordinazione.
Non sono neppure tenute a esporre copia o locandina del libro e questo, a mio parere, è un risparmio miope, perché limita molto le possibili vendite e il loro potenziale guadagno, a fronte di una spesa minima.
Queste sono le leggi del mercato

Veniamo al PASSAPAROLA, basato essenzialmente sul dare notizia del libro, a vostra discrezione, tramite la mia Comunicazione con la scheda del libro e i miei cenni autobiografici, ai conoscenti e amici, sui social network, sui blog, nelle scuole, all’Università di Pisa e nei luoghi di lavoro.
Una carissima giovane amica, alla quale mi sento legato da un affetto, direi paterno data la differenza d’età, senza il cui aiuto questo libro non avrebbe visto la luce, parafrasando la famosa canzone e, forse il mio modo di chiedere le cose quasi fossero ordini ( nelle mie intenzioni non lo sono affatto, in realtà chiedo aiuto), mi chiama Generale, nonostante le abbia detto che non lo sono stato neppure in passato, quando ero un “dirigente” politico, o un Presidente o un collega con proposte da approvare, e  comunque,casomai, ormai un Generale ormai senza esercito.
“L’esercito” a cui mi sono rivolto, chiedendo di fare passaparola, sono gli amici e compagni di esperienze di vita passata, in numero estremamente ridotto rispetto ai moltissimi che avevo e dei quali ho perso i tanti recapiti, nei traslochi di casa fatti; è presto detto :
-la figlia di un cugino per i parenti miei cugini e cugine e i loro figli, che in parte non mi hanno conosciuto;  un paio di amici d’infanzia, forse un sacerdote conosciuto da giovane cattolico del dissenso,per farlo sapere a Monsummano Terme, dove sono nato e vissuto fino alla laurea; questo significa l’esposizione della Comunicazione in biblioteca e in alcuni bar da me frequentati in passato 
-alcuni compagni d’università a Pisa, in particolare del corso di laurea in Chimica e, tramite loro, se vorranno, diversi altri e in alcune bacheche di corsi di laurea
-un collega ricercatore dell’Istituto Guido Donegani (IGD) di Novara, dove ho lavorato 20 anni, impegnato politicamente negli anni della “ lotta dura senza paura”, fino alla vicenda finita in cronaca; lui potrebbe essere il tramite per quei ricercatori IGD, in gran parte ormai pensionati
-alcuni compagni, allora giovani di LC di Arona, due o tre di  Verbania, mentre non sono ancora riuscito a mettermi in contatto con quelli di Novara; tramiti per le decine di militanti degli anni della “lotta dura senza paura”
-uno storico, tramite per i militanti di LC di Torino; un altro per la Lombardia  , con cui però ha perso i contatti ;una coppia di maestri di strada per  Napoli ; tramite loro qualcuno a livello nazionale…e questo è tutto della galassia di Lotta Continua di cui sono stato membro del Comitato Nazionale, dalla sua nascita allo scioglimento a Rimini. Tutti a casa. I sopravvissuti. Per alcuni fu una tragedia, altri fecero scelte tragiche per le loro vittime e per se stessi; moltissimi si ripresero una vita personale a cui , di fatto, avevano rinunciato o se ne dovettero inventare una nuova. Nella diaspora molti “dirigenti nazionali”si sono affermati in ambiti professionali diversi, in politica, nel giornalismo, come docenti universitari,in nuovi ambiti di intervento politico e sociale, per le indubbie capacità che avevano…almeno uno è passato nelle file del Berlusca; i militanti operai, in gran parte espulsi o usciti dalle grandi fabbriche fordiste , hanno lavorato nelle piccole o si sono messi in proprio, fino alla pensione o alla chiusura per la crisi.
-alcuni colleghi dell’ITIS L da Vinci di Borgomanero, del Cobianchi di Verbania e forse dell’Omar e del Fauser di Novara, dove ho avuto incarichi e supplenze; non so se riusciranno a contattarne altri dell’epoca in cui erano docenti precari nei CIP; forse trasmetteranno la Comunicazione ad altre scuole
- alcuni miei alunni del Leonardo da Vinci, che ne informeranno altri
-mia moglie e una sua collega maestra di scuola, per fare pervenire la Comunicazione nelle scuole in cui hanno lavorato, negli uffici postali di Arona, Borgomanero e Nebbiuno, dove vivo; mio figlio, ai suoi amici e amiche, surfisti e bagnini…se troverà il tempo
-la carissima mica di cui ho già detto, forse alla Scuola San Anna e Normale di Pisa, conoscenti e amici
- un mio ex alunno e figlio di una coppia di cari amici,ora pilota di rally che, se lo riterrà opportuno, potrebbe farmi da tramite in quel mondo di appassionati
-una coppia recente di sposi novelli, miei cari amici , che potrebbero essere un tramite, lei, nel Liceo di Pavia dove insegna e lui tra i parenti e amici ebrei
- dell’epoca in cui sono stato Presidente dei CIP, i miei contatti si riducono a meno di cinque; tra cui due cari amici che faranno il possibile per recuperare i loro contatti a livello nazionale e per la Sardegna ; con i Cip attuali sono in contatto con la Presidente e, a sua discrezione, con i CIP provinciali ele scuole in cui sono presenti; il CUB Scuola di Torino,  ha dato la sua disponibilità per Comunicati stampa; dai Cobas Scuola non ho notizie, una cara amica dei tempi dei Cip e su facebook, potrebbe fare qualcosa in merito
-tramite un pensionato ATA e una pensionata ex segretaria provinciale della CGIL Scuola di Novara, la mia Comunicazione potrà essere trasmessa in un ambito più vasto dello SPI e CGIL Scuola, come ho avuto conferma dall’attuale segretario provinciale; anche se su posizioni diverse, hanno infatti sempre riconosciuto e rispettato il mio impegno e la mia coerenza politica nella lotta in difesa della scuola pubblica e il diritto ad una istruzione qualificata e gratuita.
- gli  amici e visitatori della mia pagina su facebook , alcuni impegnati politicamente, i miei tweet su Twitter, ridotti a poche parole e i visitatori del mio blog, che sanno come la penso sul presente nel nostro paese
-un gruppo di studenti di Occupy Pisa, molto impegnati sul piano sociale, conosciuti in un paio delle loro assemblee in Piazza Dante; dato il loro impegno notevole non so se avranno tempo per fare passaparola

Ecco questo è tutto”l’esercito” potenziale su cui posso contare per il passaparola e non ho dubbi che molti  mi aiuteranno per quanto possono; perché credo di avere lasciato un buon ricordo per quello che ho fatto, anche se non sempre condiviso.
E’ un numero di persone, per ora ristretto, ma presenti in  alcuni ambiti  potenzialmente molto ampi.
Per me rimetterle insieme, incontrate e conosciute in epoche diverse, distanti tra loro decenni, in contesti e ambiti molto diversi,  ha significato ripensare alle mie diverse vite, farle riemergere dal mio passato, di cui conservo molti cari ricordi, immagini e impressioni, frammenti rimastimi di una memoria per i nomi, che non è mai stata un mio punto forte; scoprire infine di avere nuovi e recenti amici, oltre quelli del passato.
Ritrovarvi è stato un piacere, perché tramite i vostri volti ho rivisitato le mie vite appunto, ad una età in cui, di norma, le cose più importanti appartengono al passato

Il resto, quello che accadrà, non dipenderà più da me; so che dal numero ridotto di persone attuale, potrebbe diventare molto numeroso, dipenderà se il libro piacerà, se pensate che valga la pena darmi una mano in questa “mission impossible”.
Credo che buona parte di voi lo farà, semplicemente perché vi conosco e so di poterci contare.
Sui giovani, più che conosciuti, incontrati mesi fa a Pisa e fortemente impegnati nel sociale ai quali , nei due brevi interventi fatti, devo essere sembrato alquanto estemporaneo per quello che proponevo,  forse patetico, faccio affidamento sulla comunanza di ideali che mi ricordano di me alla loro età

Sarò felice di avere in seguito vostre notizie.
Per ora auguro buon lavoro, buon studio, il raggiungimento degli obiettivi che perseguite e una vita serena per chi è in pensione
Buona lettura
Antonio Marraccini