domenica 10 novembre 2013

CHE FARE PER NON PAGARE I COSTI DELLA CRISI E PER USCIRNE?



CHE FARE PER NON PAGARE I COSTI DELLA CRISI E PER USCIRNE?

La crisi del debito pubblico che attanaglia i Paesi europei e in particolare quelli del Sud, i cosiddetti PIGS ( maiali) dalle iniziali di Portogallo, Irlanda, Spagna, Grecia, diventati PIIGS, con l’aggiunta dell’Italia, nasce negli Stati Uniti,quando, dopo la crisi della New Economy, scoppia la bolla speculativa dei mutui privati subprime, quei mutui come dice il nome stesso, erogati quasi a chiunque ne facesse domanda, e non a clienti primari.
La crisi viene fatta risalire al 6 agosto del  2007, con la bancarotta di una società di mutui, la American Home Mortage. In seguito molti istituti di credito sono finiti in bancarotta e circa 10 milioni di persone indebitate hanno perso la casa.
Nel 2008 ci fu il crash, il collasso,  una vera e propria esplosione del debito, la più grande bancarotta degli Stati Uniti, che ha  il suo apice nel fallimento il 15 settembre 2008 , della terza più grande banca d’investimento al mondo, la Lehman Brothers; imprevista, perché valutata con la tripla A dalle agenzie di rating;essendo private, nessuno chiese loro conto del ruolo da loro svolto nella valutazione dell’affidabilità dei Bond emessi dalla banca.
Grandi banche in tutto l’occidente ed in particolare americane ed europee arrivarono sull’orlo del fallimento e fiumi di denaro, compresi 350 miliardi di narco-dollari, furono versati per salvarle; le loro perdite furono <<nazionalizzate>>sui bilanci pubblici dai governi.
I debiti privati furono << nazionalizzati>> nei debiti pubblici degli Stati, che si gonfiarono.
 Nel 2008-2009 gli Stati Uniti hanno scaraventato sull’Europa, non solo la crisi dei subprime, bensì la crisi fiscale dell’intero Occidente
Gli Usa e la Unione Europea (Ue),hanno speso o impegnato almeno 18.000 miliardi di dollari  per salvare gli enti finanziari << too big to fail>>, troppo grandi per fallire.
Per contro per rilanciare l’occupazione, gravemente colpita dalla Grande Recessione, sono stati spesi pochi miliardi.
La crisi dei subprime  e il collasso del debito, non sono state causate da nessun “nemico esterno”; viceversa è evidente, che sono state proprio le forze del cosiddetto mercato a portarci sull’orlo del precipizio; le sue cause vanno quindi ricercate all’interno del capitalismo neoliberista ; testimoniano il fallimento del complesso delle sue idee e della sua ideologia, divenute “pensiero unico”, nel “villaggio globale”.
Non sono quindi possibili né credibili “autoregolazioni”, alla luce della mostruosa truffa finanziaria ormai esplosa e rimasta aperta, come una piaga non più rimarginabile.
Stiamo infatti parlando di una crisi, giunta al sesto anno,  peggiore e più lunga di quella storica del 1929; e , a differenza di allora , niente è stato fatto per rimuoverne le cause.
Grazie ai vincoli imposti dal trattato di Maastricht e alle politiche neoliberiste di tutti i governi europei, di qualunque colore, è iniziato lo smantellamento del modello di Stato Sociale europeo.
Il Fiscal Compact,approvato dal Parlamento italiano il 19 luglio 2012,  impone di ridurre il debito pubblico da oltre il 117 % nel 2012, al 60 %, in venti anni, a conti fatti ci costa quasi 50 miliardi di euro all’anno, e, dato che non si attiva in periodi di recessione, come gli attuali, ma in quelli di crescita, appena ci fossero dei segnali positivi in merito, scatterebbe la tagliola dei 50 miliardi, col risultato di uccidere sul nascere ogni accenno di crescita e con l’obiettivo che il debito pubblico non abbia mai fine.
Alle elezioni politiche passate,il rifiuto del voto da parte degli aventi diritto e quello dato per protesta al M5S, è stato largamente maggioritario. Non ne hanno tenuto alcun conto, hanno rieletto Napolitano, che accettando l’incarico, ha inaugurato ,di fatto, una Repubblica Presidenziale, incostituzionale; ha imposto un governo dei partiti sconfitti, che avevano perso circa 15 milioni di voti,. Per la seconda volta,dopo l’ imposizione del governo Monti, senza elezioni Il rifiuto del voto e il voto espresso, già delega in bianco, ma comunque pilastro della democrazia, viene disconosciuto dal Presidente, compreso quello degli elettori, che avevano votato liste contrapposte
Alle elezioni amministrative il solo rifiuto del voto è stato espresso dalla maggioranza dei cittadini, a conferma dell’assoluta sfiducia nei confronti della casta politica e di quella al governo in particolare.
E' un rifiuto trasversale di tutti i partiti, da destra a sinistra, non è ideologico, esprime il rifiuto dell'intera casta politica e dell'intera classe dirigente, incompetente e gonfia di privilegi.
Napoletano, entra nel merito delle cose da fare, prevaricando il Parlamento, propone l’amnistia e l’indulto, a pochi anni di distanza da quello già fatto, che non risolvono il problema e serve solo, per non fare andare in carcere chi ancora non c’è andato, nonostante la condanna Mentre per svuotare le carceri basterebbe depenalizzare alcuni reati minori ( come lo spaccio di droghe leggere),depenalizzare il “reato” di essere entrati come clandestini e fare uscire i reclusi in attesa di giudizio ( siamo l’unico paese che incarcera in attesa del giudizio, senza un processo), in carcere da anni. Riceve prima, solo i partiti di governo, sulla questione della riforma elettorale, che riguarda tutti i partiti, dimostrando di non essere il presidente di tutti i cittadini, non fa una piega e va avanti incurante per la sua strada, mentre dovrebbe dimettersi. Dice di farlo "per il bene del Paese", come il governo delle <<larghe intese>>,esattamente come Monti, dopo Berlusconi e come allora la crisi si aggrava e la recessione ormai si aggrava da 20 (!) mesi.
La disoccupazione giovanile , a livello nazionale, ha raggiunto quota 40%, quella delle donne è quella al Sud, sono ancora più alte.
Secondo l’ISTAT, nel 2012, 9,5 milioni di persone (il 15,8%) delle famiglie) sono in grave deprivazione ( povertà relativa). Più del doppio di due anni fa!
La crescita non c'è e non ci sarà per ancora anni, se non si cambia il sistema attuale
Questo, come quello di berlusconi e di Monti, non è il governo sovrano dei cittadini italiani , bensì un governo a sovranità limitata, guidato dalla BCE (una banca privata) e dalla Merkel, seguita da tutti i governi che accettano il diktat della troika ( FMI, BCE,WTO),secondo l'ideologia  del capitalismo neoliberista, incompatibile con la democrazia, dopo il suo avvento col golpe di Pinochet in Cile nel 1973, e in Italia con l'inizio dell'"austerità" in quegli anni, imposta con la crisi petrolifera.
Non è di un governo che galleggia, come questo, incapace di prendere una misura , alla quale Berlusconi sia contrario, che ha bisogno il Paese. Al di là del teatrino del gioco delle parti, tutti i partiti di governo sono complici, da oltre tre anni
C’è un’alta probabilità che una nuova legge elettorale, non venga fatta, perché alle segreterie di tutti i partiti di governo e pure al padre padrone del M5S, sta bene il “porcellum”, che consente loro di fare votare i candidati scelti da loro e non liberamente dagli elettori. Grillo l’ha detto esplicitamente. Vedremo cosa decideranno i loro congressi, l’otto dicembre. Più a breve vedremo come voterà il senato sull’applicazione della condanna definitiva del Cavaliere, all’interdizione dai pubblici uffici, per due anni..
Se alle prossime elezioni si dovesse formare di nuovo un governo, che continui le politiche economiche neoliberiste, come quelli dal 2011 ad oggi, l’imperversare della speculazione contro i paesi PIIGS , guidata dalle famigerate agenzie si rating che orientano i mercati finanziari, continuerebbe, con effetti tremendi : ricordiamoci che ogni punto di interesse pagato sui titoli di Stato, vale 35 miliardi e nel 2013 dobbiamo pagare 90 miliardi di interessi, che si aggiungono a quelli pagati nel 2012, col risultato che il debito pubblico, invece di scendere, come avevano detto tutti, è salito da 1900 miliardi, nel 2011, a 2034 miliardi nel 2013.
Ma allora, a cosa servono i sacrifici che ci costringono a fare?
Questo contesto impone una riflessione e una decisione, in tempi brevi, sul <<che fare>>.
Per ora non c’è un movimento, che si ponga l’obiettivo del che fare, a cominciare dal fare nascere una Coalizione dei movimenti esistenti e potenziali, senza padri padroni, per mandar a casa e senza alcun privilegio, gli attuali partiti, e stilare un Programma politico generale e concreto, per un’Alternativa Democratica Apartitica, su cui raccogliere le richieste, le proposte e gli obiettivi, su cui chiedere adesioni, con le firme e poi il voto dei cittadini, che pagano la crisi per tutti, per chi non ha mai pagato.
Un programma,  che ponga al centro la cancellazione del debito sovrano, condizione sine qua non, per uscire dalla crisi, unitamente alla stesura di un nuovo Trattato europeo e una Banca Centrale Europea, sotto il controllo del Parlamento europeo, che possa prestare soldi agli Stati, senza passare attraverso la speculazione delle banche, come avviene oggi. Anche a livello italiano occorre una banca pubblica , con le stesse caratteristiche.
Ci sono i movimenti NO TAV, NO MUOS; quello per la casa e il salario di solidarietà; sembrano scomparsi gli Indignadodos, gli Occupy e i diversi altri che erano sfilati a Roma e quello delle donne di <<Se non ora quando? Adesso !>>. In realtà ci sono ancora, ma non si vedono.
Il movimento NO TAV , in Val di Susa, è riuscito a bloccare i lavori , dimostrando che la difesa del territorio può essere vincente. Non dimentichiamoci però , che ha contribuito anche, il venire meno dei finanziamenti europei e che il progetto resta in piedi.
Questi movimenti, sembrano incapaci di raccogliere sul piano elettorale locale e nazionale, il frutto delle proprie mobilitazioni, delle proprie lotte. Forse lo rifiutano. Così facendo, sono incapaci, per ora, di coinvolgere la stragrande maggioranza dei precari, degli esodati, dei pensionati, del popolo del partito che ha vinto le ultime elezioni, quello del rifiuto del voto, che, però, non ha potuto impedire la formazione del <<governo delle larghe intese>>
C’è da chiedersi perchè i movimenti nel nostro paese, siano refrattari a formare una Coalizione, a darsi un programma comune e a raccogliere sul piano elettorale i frutti delle loro mobilitazioni e delle loro lotte, dando vita ad una Alternativa Democratica Apartitica.
Perché dovrebbe essere chiaro, che occorre un’alternativa, che deve essere realmente democratica, nel senso di fare rinascere la democrazia partecipativa e rappresentativa, sotto il controllo del popolo e apartitica, perché se siamo in questa situazione lo dobbiamo al malgoverno della casta dei partiti e alla classe dirigente di questo paese, che devono essere licenziati, per giusta causa, e infine perché i movimenti che si sono espressi, sono tutti stati oltre le ideologie, privi di un’ideologia, senza nostalgia per un passato, morto e defunto sotto le macerie del muro di Berlino, nel 1989.
Al contrario la destra sta crescendo ed entra in parlamento in tutta Europa : ricordare la fine della Repubblica di Weimar è fuori luogo? Non credo.
Alle ultime elezioni cantonali in Francia,il partito della Le Pen, populista, xenofobo, razzista e quindi fascista, ha preso la maggioranza assoluta, in tutti i cantoni..
Se il movimento non saprà fornire un’alternativa credibile, l’astensione non basta e allora il voto potrebbe orientarsi verso il populismo xenofobo e razzista più bieco.
Astenersi è stato giusto ma non basta, lottare per la difesa del territorio, del posto di lavoro, per la casa, per il bene comune, è giusto, ma non basta per non pagare la crisi e uscirne. Occorre andare oltre l'astensione e il voto di protesta,occorre dare una prospettiva generale alle lotte e uno sbocco a livello istituzionale, lavorando  alla costruzione di una Coalizione dei movimenti, senza padri padrone, per l’Alternativa Democratica Apartitica, che esprima un Programma Democratico Apartitico dei Cittadini, fatto di richieste, obiettivi e proposte a carattere generale e concreto, per non pagare i costi della crisi e per uscirne sia a livello italiano che europeo, perché diversamente è impossibile ,cambiare radicalmente lo stato delle cose presente.
Un Programma di governo, da legittimare con le firme, che costituiscono l’unica forma di mobilitazione possibile per moltissimi cittadini,  su cui, poi, chiedere il voto, perchè , oggi, solo con le lotte e senza il voto, non si possono cambiare le cose, perché occorre legiferare in Parlamento. In democrazia, non vi sono scorciatoie, nè alternative praticabili, vincenti.
Un Programma sostenuto da milioni di firme di uomini e donne, della maggioranza della popolazione che paga oggi i costi della crisi e che, se le cose non cambiano radicalmente, continuerà a pagarli per anni, per un debito che non ha fatto , di cui non ha alcuna responsabilità.
Milioni di firme, sono un pronunciamento politico, danno forza e legittimità; costituiscono la nostra campagna elettorale, nei luoghi di lavoro e di studio, nelle piazze, nei quartieri. Sono le nostre primarie aperte a tutti, sul Programma e non sui nomi. Il nostro investimento, sulla popolazione che paga la crisi.
Significa, dare la parola a coloro che non l'hanno mai avuta o potuta esprimere realmente. Sono il modo per costruire i nostri Organismi Dirigenti locali, regionali e nazionali, sulla base delle firme raccolte, delle proposte fatte, delle competenzre espresse. Vuole dire, dare la parola ai lavoratori precari e non, ai disoccupati, ai pensionati, agli studenti; alle donne e agli uomini, ai giovani a cui vogliono togliere il futuro e alla generazione che oggi li aiuta fin che ce la farà, per passare dalla solidarietà familiare e intergenerazionale alla solidarietà collettiva, di classe.
Diamo una nuova prospettiva al rifiuto del voto e al voto di protesta, oggi incapaci di cambiare le cose.
Spetta in primo luogo ai giovani riappropriarsi del loro presente e del loro futuro. Quelli della mia generazione saranno al vostro fianco. Potete contarci.
Costruiamo la Coalizione dei movimenti per l'Alternativa Democratica Apartitica
Come con Monti, la triade governativa ,a guida democristiana, dice di governare " per il bene del Paese". Mentono spudoratamente ora come allora. La crisi durerà ancora molto a lungo, perchè è nell'interesse di chi l'ha provocata e la gestisce, matenere i paesi della fascia mediterranea col cappio alla gola, sempre più stretto. Nelle loro intenzioni il debito deve essere inestinguibile, per procedere con lo smantellamento di ciò che resta dello Stato Sociale, dei diritti di chi lavora, annullando i CCNL , come alla Fiat ,la privatizzazione del bene comune, a partire dall'acqua, dall'Istruzione, dalla Sanità, per poi passare alla predazione dei beni pubblici e demaniali, fino alle riserve auree dello Stato italiano.
In Grecia lo stanno già facendo, hanno tagliato salari, tredicesime, venduto isole e parte delle riserve auree e ciononostante la loro crisi si è aggravata.
Le lotte, in Grecia, sono durate a lungo, massicce e forti, con violenti scontri con la polizia e l’assedio del parlamento. Non sono bastate per impedire l’andata al governo di un’esponente del mondo delle banche, come in Italia.
E’ stata una sconfitta, su cui il movimento deve riflettere. Non è solo per quella via, che si possono cambiare le cose, sul piano istituzionale.
Non abbiamo molto tempo, per prendere decisioni importanti per il presente e il futuro nel nostro Paese.
Riflettiamoci.
La lotta continua H.L.V.S.

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