CHE FARE PER NON PAGARE I COSTI DELLA CRISI E PER
USCIRNE?
La crisi del debito pubblico
che attanaglia i Paesi europei e in particolare quelli del Sud, i cosiddetti
PIGS ( maiali) dalle iniziali di Portogallo, Irlanda, Spagna, Grecia, diventati
PIIGS, con l’aggiunta dell’Italia, nasce negli Stati Uniti,quando, dopo la
crisi della New Economy, scoppia la bolla speculativa dei mutui privati subprime,
quei mutui come dice il nome stesso, erogati quasi a chiunque ne facesse
domanda, e non a clienti primari.
La crisi viene fatta risalire
al 6 agosto del 2007, con la bancarotta
di una società di mutui, la American Home Mortage. In seguito molti istituti di
credito sono finiti in bancarotta e circa 10 milioni di persone indebitate
hanno perso la casa.
Nel 2008 ci fu il crash,
il collasso, una vera e propria
esplosione del debito, la più grande bancarotta degli Stati Uniti, che ha il suo
apice nel fallimento il 15 settembre 2008 , della terza più grande banca
d’investimento al mondo, la Lehman Brothers; imprevista, perché valutata con la
tripla A dalle agenzie di rating;essendo private, nessuno chiese loro conto del
ruolo da loro svolto nella valutazione dell’affidabilità dei Bond emessi dalla
banca.
Grandi banche in tutto
l’occidente ed in particolare americane ed europee arrivarono sull’orlo del
fallimento e fiumi di denaro, compresi 350 miliardi di narco-dollari, furono
versati per salvarle; le loro perdite furono <<nazionalizzate>>sui
bilanci pubblici dai governi.
I debiti privati furono
<< nazionalizzati>> nei debiti pubblici degli Stati, che si
gonfiarono.
Nel 2008-2009 gli Stati Uniti hanno
scaraventato sull’Europa, non solo la crisi dei subprime, bensì la crisi
fiscale dell’intero Occidente
Gli Usa e la Unione
Europea (Ue),hanno speso o impegnato almeno 18.000 miliardi di dollari per salvare gli enti finanziari << too
big to fail>>, troppo grandi per fallire.
Per contro per rilanciare
l’occupazione, gravemente colpita dalla Grande Recessione, sono stati spesi
pochi miliardi.
La crisi dei subprime e il collasso del debito, non sono state
causate da nessun “nemico esterno”; viceversa è evidente, che sono state
proprio le forze del cosiddetto mercato a portarci sull’orlo del precipizio; le
sue cause vanno quindi ricercate all’interno del capitalismo neoliberista ;
testimoniano il fallimento del complesso delle sue idee e della sua ideologia,
divenute “pensiero unico”, nel “villaggio globale”.
Non sono quindi possibili
né credibili “autoregolazioni”, alla luce della mostruosa truffa finanziaria
ormai esplosa e rimasta aperta, come una piaga non più rimarginabile.
Stiamo infatti parlando di
una crisi, giunta al sesto anno,
peggiore e più lunga di quella storica del 1929; e , a differenza di
allora , niente è stato fatto per rimuoverne le cause.
Grazie ai vincoli imposti
dal trattato di Maastricht e alle politiche neoliberiste di tutti i governi
europei, di qualunque colore, è iniziato lo smantellamento del modello di Stato
Sociale europeo.
Il Fiscal Compact,approvato
dal Parlamento italiano il 19 luglio 2012, impone di ridurre il debito pubblico da oltre
il 117 % nel 2012, al 60 %, in venti anni, a conti fatti ci costa quasi 50
miliardi di euro all’anno, e, dato che non si attiva in periodi di recessione,
come gli attuali, ma in quelli di crescita, appena ci fossero dei segnali
positivi in merito, scatterebbe la tagliola dei 50 miliardi, col risultato di
uccidere sul nascere ogni accenno di crescita e con l’obiettivo che il
debito pubblico non abbia mai fine.
Alle elezioni politiche passate,il
rifiuto del voto da parte degli aventi diritto e quello dato per protesta al
M5S, è stato largamente maggioritario. Non ne hanno tenuto alcun conto, hanno
rieletto Napolitano, che accettando l’incarico, ha inaugurato ,di fatto, una
Repubblica Presidenziale, incostituzionale; ha imposto un governo dei partiti
sconfitti, che avevano perso circa 15 milioni di voti,. Per la seconda volta,dopo
l’ imposizione del governo Monti, senza elezioni Il rifiuto del voto e il voto
espresso, già delega in bianco, ma comunque pilastro della democrazia, viene
disconosciuto dal Presidente, compreso quello degli elettori, che avevano
votato liste contrapposte
Alle elezioni amministrative
il solo rifiuto del voto è stato espresso dalla maggioranza dei cittadini, a
conferma dell’assoluta sfiducia nei confronti della casta politica e di quella
al governo in particolare.
E' un rifiuto trasversale di
tutti i partiti, da destra a sinistra, non è ideologico, esprime il rifiuto
dell'intera casta politica e dell'intera classe dirigente, incompetente e gonfia
di privilegi.
Napoletano, entra nel merito
delle cose da fare, prevaricando il Parlamento, propone l’amnistia e l’indulto,
a pochi anni di distanza da quello già fatto, che non risolvono il problema e
serve solo, per non fare andare in carcere chi ancora non c’è andato,
nonostante la condanna Mentre per svuotare le carceri basterebbe depenalizzare
alcuni reati minori ( come lo spaccio di droghe leggere),depenalizzare il
“reato” di essere entrati come clandestini e fare uscire i reclusi in attesa di
giudizio ( siamo l’unico paese che incarcera in attesa del giudizio, senza un
processo), in carcere da anni. Riceve prima, solo i partiti di governo, sulla
questione della riforma elettorale, che riguarda tutti i partiti, dimostrando
di non essere il presidente di tutti i cittadini, non fa una piega e va avanti
incurante per la sua strada, mentre dovrebbe dimettersi. Dice di farlo
"per il bene del Paese", come il governo delle <<larghe
intese>>,esattamente come Monti, dopo Berlusconi e come allora la crisi
si aggrava e la recessione ormai si aggrava da 20 (!) mesi.
La disoccupazione
giovanile , a livello nazionale, ha raggiunto quota 40%, quella delle donne è quella al Sud, sono ancora più
alte.
Secondo l’ISTAT, nel 2012,
9,5 milioni di persone (il 15,8%) delle famiglie) sono in grave deprivazione (
povertà relativa). Più del doppio di due anni fa!
La crescita non c'è e non ci
sarà per ancora anni, se non si cambia il sistema attuale
Questo, come quello di
berlusconi e di Monti, non è il governo sovrano dei cittadini italiani , bensì
un governo a sovranità limitata, guidato dalla BCE (una banca privata) e dalla
Merkel, seguita da tutti i governi che accettano il diktat della troika ( FMI,
BCE,WTO),secondo l'ideologia del
capitalismo neoliberista, incompatibile con la democrazia, dopo il suo avvento
col golpe di Pinochet in Cile nel 1973, e in Italia con l'inizio
dell'"austerità" in quegli anni, imposta con la crisi petrolifera.
Non è di un governo che
galleggia, come questo, incapace di prendere una misura , alla quale Berlusconi
sia contrario, che ha bisogno il Paese. Al di là del teatrino del gioco
delle parti, tutti i partiti di governo sono complici, da oltre tre anni
C’è un’alta probabilità che
una nuova legge elettorale, non venga fatta, perché alle segreterie di tutti i
partiti di governo e pure al padre padrone del M5S, sta bene il “porcellum”,
che consente loro di fare votare i candidati scelti da loro e non liberamente
dagli elettori. Grillo l’ha detto esplicitamente. Vedremo cosa decideranno i
loro congressi, l’otto dicembre. Più a breve vedremo come voterà il senato
sull’applicazione della condanna definitiva del Cavaliere, all’interdizione dai
pubblici uffici, per due anni..
Se alle prossime elezioni si
dovesse formare di nuovo un governo, che continui le politiche economiche
neoliberiste, come quelli dal 2011 ad oggi, l’imperversare della speculazione
contro i paesi PIIGS , guidata dalle famigerate agenzie si rating che orientano
i mercati finanziari, continuerebbe, con effetti tremendi : ricordiamoci che
ogni punto di interesse pagato sui titoli di Stato, vale 35 miliardi e nel 2013
dobbiamo pagare 90 miliardi di interessi, che si aggiungono a quelli pagati nel
2012, col risultato che il debito pubblico, invece di scendere, come avevano
detto tutti, è salito da 1900 miliardi, nel 2011, a 2034 miliardi nel 2013.
Ma allora, a cosa servono
i sacrifici che ci costringono a fare?
Questo contesto impone una
riflessione e una decisione, in tempi brevi, sul <<che fare>>.
Per ora non c’è un movimento,
che si ponga l’obiettivo del che fare, a cominciare dal fare nascere una Coalizione
dei movimenti esistenti e potenziali, senza padri padroni, per mandar a
casa e senza alcun privilegio, gli attuali partiti, e stilare un Programma
politico generale e concreto, per un’Alternativa Democratica Apartitica, su cui
raccogliere le richieste, le proposte e gli obiettivi, su cui chiedere adesioni,
con le firme e poi il voto dei cittadini, che pagano la crisi per tutti, per
chi non ha mai pagato.
Un programma, che ponga al centro la cancellazione del
debito sovrano, condizione sine qua non, per uscire dalla crisi, unitamente
alla stesura di un nuovo Trattato europeo e una Banca Centrale Europea, sotto
il controllo del Parlamento europeo, che possa prestare soldi agli Stati, senza
passare attraverso la speculazione delle banche, come avviene oggi. Anche a
livello italiano occorre una banca pubblica , con le stesse caratteristiche.
Ci sono i movimenti NO TAV,
NO MUOS; quello per la casa e il salario di solidarietà; sembrano scomparsi gli
Indignadodos, gli Occupy e i diversi altri che erano sfilati a Roma e quello
delle donne di <<Se non ora quando? Adesso !>>. In realtà ci sono
ancora, ma non si vedono.
Il movimento NO TAV , in Val
di Susa, è riuscito a bloccare i lavori , dimostrando che la difesa del
territorio può essere vincente. Non dimentichiamoci però , che ha contribuito
anche, il venire meno dei finanziamenti europei e che il progetto resta in
piedi.
Questi movimenti, sembrano
incapaci di raccogliere sul piano elettorale locale e nazionale, il frutto
delle proprie mobilitazioni, delle proprie lotte. Forse lo rifiutano. Così
facendo, sono incapaci, per ora, di coinvolgere la stragrande maggioranza dei
precari, degli esodati, dei pensionati, del popolo del partito che ha vinto le
ultime elezioni, quello del rifiuto del voto, che, però, non ha potuto impedire
la formazione del <<governo delle larghe intese>>
C’è da chiedersi perchè i
movimenti nel nostro paese, siano refrattari a formare una Coalizione, a darsi
un programma comune e a raccogliere sul piano elettorale i frutti delle loro
mobilitazioni e delle loro lotte, dando vita ad una Alternativa Democratica
Apartitica.
Perché dovrebbe essere chiaro,
che occorre un’alternativa, che deve essere realmente democratica, nel senso di
fare rinascere la democrazia partecipativa e rappresentativa, sotto il
controllo del popolo e apartitica, perché se siamo in questa situazione lo
dobbiamo al malgoverno della casta dei partiti e alla classe dirigente di
questo paese, che devono essere licenziati, per giusta causa, e
infine perché i movimenti che si sono espressi, sono tutti stati oltre le
ideologie, privi di un’ideologia, senza nostalgia per un passato, morto e
defunto sotto le macerie del muro di Berlino, nel 1989.
Al contrario la destra sta
crescendo ed entra in parlamento in tutta Europa : ricordare la fine della Repubblica
di Weimar è fuori luogo? Non credo.
Alle ultime elezioni
cantonali in Francia,il partito della Le Pen, populista, xenofobo, razzista e
quindi fascista, ha preso la maggioranza assoluta, in tutti i cantoni..
Se il movimento non saprà
fornire un’alternativa credibile, l’astensione non basta e allora il voto
potrebbe orientarsi verso il populismo xenofobo e razzista più bieco.
Astenersi è stato giusto ma
non basta, lottare per la difesa del territorio, del posto di lavoro, per la
casa, per il bene comune, è giusto, ma non basta per non pagare la crisi e
uscirne. Occorre andare oltre l'astensione e il voto di protesta,occorre dare
una prospettiva generale alle lotte e uno sbocco a livello istituzionale,
lavorando alla costruzione di una
Coalizione dei movimenti, senza padri padrone, per l’Alternativa Democratica
Apartitica, che esprima un Programma Democratico Apartitico dei Cittadini,
fatto di richieste, obiettivi e proposte a carattere generale e concreto, per
non pagare i costi della crisi e per uscirne sia a livello italiano che europeo,
perché diversamente è impossibile ,cambiare radicalmente lo stato delle cose
presente.
Un Programma di governo, da
legittimare con le firme, che costituiscono l’unica forma di mobilitazione
possibile per moltissimi cittadini, su
cui, poi, chiedere il voto, perchè , oggi, solo con le lotte e senza il voto,
non si possono cambiare le cose, perché occorre legiferare in Parlamento. In
democrazia, non vi sono scorciatoie, nè alternative praticabili, vincenti.
Un Programma sostenuto da
milioni di firme di uomini e donne, della maggioranza della popolazione che
paga oggi i costi della crisi e che, se le cose non cambiano radicalmente, continuerà
a pagarli per anni, per un debito che non ha fatto , di cui non ha alcuna
responsabilità.
Milioni di firme, sono un
pronunciamento politico, danno forza e legittimità; costituiscono la nostra
campagna elettorale, nei luoghi di lavoro e di studio, nelle piazze, nei
quartieri. Sono le nostre primarie aperte a tutti, sul Programma e non sui nomi.
Il nostro investimento, sulla popolazione che paga la crisi.
Significa, dare la parola a
coloro che non l'hanno mai avuta o potuta esprimere realmente. Sono il modo per
costruire i nostri Organismi Dirigenti locali, regionali e nazionali, sulla
base delle firme raccolte, delle proposte fatte, delle competenzre espresse.
Vuole dire, dare la parola ai lavoratori precari e non, ai disoccupati, ai
pensionati, agli studenti; alle donne e agli uomini, ai giovani a cui vogliono
togliere il futuro e alla generazione che oggi li aiuta fin che ce la farà, per
passare dalla solidarietà familiare e intergenerazionale alla solidarietà
collettiva, di classe.
Diamo una nuova
prospettiva al rifiuto del voto e al voto di protesta, oggi incapaci di
cambiare le cose.
Spetta in primo luogo ai
giovani riappropriarsi del loro presente e del loro futuro. Quelli della mia
generazione saranno al vostro fianco. Potete contarci.
Costruiamo la Coalizione
dei movimenti per l'Alternativa Democratica Apartitica
Come con Monti, la triade governativa
,a guida democristiana, dice di governare " per il bene del Paese".
Mentono spudoratamente ora come allora. La crisi durerà ancora molto a lungo, perchè
è nell'interesse di chi l'ha provocata e la gestisce, matenere i paesi della
fascia mediterranea col cappio alla gola, sempre più stretto. Nelle loro
intenzioni il debito deve essere inestinguibile, per procedere con lo
smantellamento di ciò che resta dello Stato Sociale, dei diritti di chi lavora,
annullando i CCNL , come alla Fiat ,la privatizzazione del bene comune, a
partire dall'acqua, dall'Istruzione, dalla Sanità, per poi passare alla
predazione dei beni pubblici e demaniali, fino alle riserve auree dello Stato
italiano.
In Grecia lo stanno già
facendo, hanno tagliato salari, tredicesime, venduto isole e parte delle
riserve auree e ciononostante la loro crisi si è aggravata.
Le lotte, in Grecia, sono
durate a lungo, massicce e forti, con violenti scontri con la polizia e
l’assedio del parlamento. Non sono bastate per impedire l’andata al governo di
un’esponente del mondo delle banche, come in Italia.
E’ stata una sconfitta, su
cui il movimento deve riflettere. Non è solo per quella via, che si
possono cambiare le cose, sul piano istituzionale.
Non abbiamo molto tempo, per
prendere decisioni importanti per il presente e il futuro nel nostro Paese.
Riflettiamoci.
La lotta continua H.L.V.S.
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