lunedì 26 novembre 2012

LA SPAGNA NELLA CRISI DEL DEBITO SOVRANO

I giovani che affollano le piazze europee appartengono alla generazione “millenium”; la delocalizzazione di gran parte della produzione in Asia, nelle Zone di Produzione Esportazione, analizzate dalla Klein in <<No Logo>>, li ha esclusi dal sistema produttivo. Esistono in funzione di ciò che consumano. La loro condizione di precari li rende invisibili in molte voci dello Stato, dalla pensione all’assistenza sanitaria; il loro unico ammortizzatore sociale è la famiglia. Secondo l’ultimo rapporto Istat in Italia più di due milioni di giovani tra i 25 e i 34 anni, il 47 per cento,  vivono con la famiglia senza lavorare né studiare. Gli spagnoli li chiamano <<generazione mille euro>> i francesi <<generation precarie>>, i greci << generazione 700 euro>> e gli italiani
<< generazione P>> ( dove P sta per precari); appartengono tutti alla generazione più istruita del Mediterraneo.
Soltanto in Spagna si calcola che ci siano dieci milioni di precari, una stima per difetto.
Secondo l’Instituto Nacional de Estatistica, nel 2002 il salario medio era di 19.802 euro, nel 2006, prima della crisi dunque, era sceso a 19.680, nel 2011 la metà guadagna meno di 15.760 euro
 Nel 1995 il salario medio spagnolo era 16.762 euro, nel 2011 al netto dell’inflazione equivarrebbe a 24.000 euro.
Prima dello scoppio della crisi del debito sovrano, oltre il 30 per cento dei giovani compresi tra i 18 e i 24 anni era disoccupato in Grecia, Francia e Portogallo. Oggi sono ben di più.
Non a caso gli Indignados nascono in Spagna. Dei 6 milioni di lavoratori assorbiti dal 1997 al 2010, la metà di chi ha tra i 18 e i 35 anni è ancora precario, 3 milioni su una popolazione attiva di 23 milioni.. Il 26 per cento di questi giovani vive ancora coi genitori. Il numero dei ragazzi che possiede un’indipendenza economica è sceso dal 24 per cento nel 2004 al 21 per cento nel 2008; di oggi non si hanno i dati, ma sicuramente sono ancora di meno. Si tratta di un fenomeno generale in tutto l’Occidente. All’inizio del 2011 la disoccupazione giovanile eradel 29 per cento in Italia, in Grecia del 39,6 e in Spagna superava il 40 per cento
Nel 2007 il ministro Padoa Schioppa li definì <<bamboccioni>>. Un insulto e un errore concettuale perchèquesti ragazzi sono le vittime non non la causa dei nostri fallimenti. Nel 2009 il nano Brunetta suggerisce di cacciarli di casa e poi di sottrarre 500 euro ai pensionati per dargli una sorta di paghetta; nel 2011 li apostrofa << Siete la peggiore parte dell’Italia>>.
Zapatero , che dal 2008 in poi ha seguito una politica di espansione della spesa pubblica per sostenere l’economia e mantenere il sussidio di disoccupazione più alto d’Europa, nel 2011 è costretto a tagliarla e a fare la Reforma Laboral che, trale altre cose, innalza l’età pe la pensione da 65 a 67 anni.dalla BCE e dal FMI. Risultato l’economia si è contratta.

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