lunedì 26 novembre 2012

Presentazione di alcune analisi ricavate da:Loretta Napoleoni << Il Contagio.. Perché la crisi economica rivoluzionerà le nostre democrazie>> e Maurizio Lazzarato << La fabbrica dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista>>

Gli scritti che seguono riguardano la crisi del debito sovrano che attanaglia i Paesi europei della fascia mediterranea e di cui paghiamo i costi,  a partire dalla sua origine negli USA, tramite una serie di documenti-schede, relativi alle sue caratteristiche in ogni Paese.
Sono il frutto della lettura di due libri a cui ho attinto, sia per i dati che per le analisi che cito. Si tratta del libro dell’economista Loretta Napoleoni << Il Contagio.. Perché la crisi economica rivoluzionerà le nostre democrazie>> e il libro del sociologo e filosofo Maurizio Lazzarato << La fabbrica dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista>>.
Le analisi e le domande che si pone la Napoleoni, a mio parere, trovano risposta in Lazzarato che, a partire dalla Geneaologia della morale di Nietzsche, dalla teoria marxiana della moneta del Marx giovane in Le lotte di classe in Francia e sulla natura del rapporto creditore-debitore in  Estratti dal libro di James Mill , sviluppa l’analisi del rapporto creditore-debitore compiuta da Deleuze e Guattari con L’anti Edipo, negli anni ’70, riattivando due ipotesi.
Scrive Lazzarato << Anzitutto , l’ipotesi secondo la quale il paradigma sociale non è dato dallo scambio ( economico e/o simbolico), ma dal credito. Alla base della relazione sociale non c’è l’uguaglianza ( dello scambio), ma l’asimmetria del rapporto debito/credito che precede, storicamente e teoricamente la relazione tra produzione e lavoro salariato. Poi l’ipotesi che vede nel debito un rapporto economico indissociabile dalla produzione del soggetto debitore e della sua <<moralità>> …Il concetto contemporaneo di economia ricopre sia la produzione economica che la produzione di soggettività…Occorre dunque …analizzare l’economia del debito e della produzione dell’uomo indebitato, nel tentativo di costruire armi utili a combattere le battaglie che si annunciano. Poiché la crisi, lungi dal chiudersi, rischia di estendersi. >>
<< E’ inutile cercare un fondamento a ciò che si chiama capitalismo (l’industria,la finanza,lo Stato o la produzione di conoscenza) perché non esiste un nucleo unico da cui deriverebbero le sue relazioni di potere e non esiste un luogo, un’istituzione, un dispositivo più strategico degli altri…Non c’è un unico rapporto (economico,politico, di indebitamento, di conoscenza) che possa contenere,totalizzare e dominare tutti gli altri…ciò che io chiamo economia del debito è un concatenamento che tiene assieme queste molteplicità. La loro unità non è sistematica, ma operativa, cioè costituisce una <<politica>> che da luogo a composizioni e unificazioni sempre parziali e temporali. E, nel capitalismo, la <<politica>> è sempre definita in relazione e agli imperativi del conflitto di classe…Per usare le parole di Lenin , la governamentalità ha prodotto un capitalista collettivo che non si concentra sulla finanza, ma opera trasversalmente dentro l’impresa, l’amministrazione, i servizi, i partiti politici, i media e l’università…La governamentalità passando da una politica all’altra si modifica…La parabola che il <<liberalismo>> traccia conduce sempre agli stessi risultati : crisi, restrizione della democrazia e delle libertà <<liberali>> e attuazione di regimi più o meno autoritari, a seconda dell’intensità della lotta di classe>>
                                                   IN CONCLUSIONE
 <<A quali condizioni possiamo riattivare la lotta di classe che l’iniziativa capitalista ha completamente spostato sul terreno “ astratto” e “deterritorializzato” del debito?...Il debito impone, come terreno di lotta una trasversalità di tutti gli ambiti : trasversalità tra Stati e spazi nazionali, tra sfera economica, politica e sociale, tra figure dello sfruttamento e del dominio…se non vogliamo farci spazzare via o schiacciare dal Grande Creditore...Il debito si fa beffe delle frontiere e delle nazionalità, supera le divisioni tra occupazione e disoccupazione, tra attivi e inattivi, tra precari e garantiti…La figura dell’<<uomo indebitato>> è trasversale alla società nel suo insieme e richiede nuove solidarietà e cooperazioni. Inoltre dobbiamo pensare alla trasversalità tra << natura e cultura>> perché il neoliberismo ha ulteriormente appesantito il debito che abbiamo contratto nei confronti del pianeta e di noi stessi in quanto viventi…Ciò che l’FMI, l’Europa e la Banca centrale europea ordinano, dietro ricatto dei mercati, sono ancora rimedi neoliberisti che non fanno altro che aggravare la situazione…Le uniche istituzioni a essere uscite dall’ultimo fallimento finanziario sono le banche, che continuano a fare profitti e a distribuire dividendi grazie alla nazionalizzazione delle perdite…Il capitalismo funziona sempre in questo modo, razzista, nazionalista, maschilista, patriarcale e autoritario, che tratteggia un modo di vivere infame ;<<vivere e pensare come porci>>- con tutto il rispetto per i maiali-, un modo di vivere di cui l’Italia berlusconiana ha fatto una messa in scena di incomparabile volgarità.
 Una delle condizioni indispensabili alla lotta di classe è la reinvenzione di una <<democrazia>> che attraversi e riconfiguri ciò che le teorie più sofisticate continuano pensare separatamente – la politica, il sociale e l’economia-, visto che il debito le ha già integrate all’interno di un dispositivo che le articola e organizza…Dove scovare le ragioni del <torto>> e le <<condizioni>> se non a partire dai rapporti di sfruttamento e di dominio attuali?Il compito più importante consiste nell’immaginare e sperimentare modalità di lotta che abbiano l’efficacia di blocco che aveva lo sciopero nella società industriale…Le teste di legno dei capitalisti e dei governanti riescono a sentire solo il linguaggio della crisi o quello della lotta….Nietzsche può darci ancora qualche indicazione <<La compiuta e definitiva vittoria dell’ateismo potrebbe affrancare l’umanità da tutto questo suo sentirsi in debito verso il proprio principio, la propria causa prima. Ateismo e una sorta di seconda innocenza sono intrinsecamente connessi>>…La ripresa della lotta di classe lì dove serve, ovvero dove è più efficace, deve riconquistare, rispetto al debito, questa seconda <<innocenza>>…non più verso il debito divino ma verso il debito terrestre…che modula e formatta la nostra soggettività. Non si tratta quindi dunque semplicemente di annullare i debiti o di rivendicare un default- quand’anche sarebbe estremamente utile-, ma di uscire dalla morale del debito Cercando di giustificarsi rispetto al debito abbiamo perso. Qualunque giustificazione già vi rende colpevoli. Occorre conquistare questa seconda innocenza, liberasi da colpevolezza, dovere, cattiva coscienza e non rimborsare un centesimo. Occorre battersi per la cancellazione del debito ,il quale, ricordiamolo, non è un problema economico, ma un dispositivo di potere che non soltanto ci impoverisce, ma ci porta alla catastrofe.>>

Come si può vedere l’analisi, a partire da un livello teorico alto e complesso, conclude parlando della necessità di nuove forme di lotta, oltre lo sciopero, di superamento delle divisioni tra attivi e inattivi, tra precari e garantiti, di trasversalità della mobilitazione nella società e dei contenuti,che non possono che essere generali, quelli che riguardano tutti coloro che pagano i costi della crisi, che ho riassunto nella mia proposta di nuove forme di lotta clamorose, come lo sciopero della fame a staffetta davanti al Parlamento, di raccogliere milioni di firme per il Programma Politico Apartitico Unitario dei Cittadini; di reinvenzione della democrazia, che non può che essere partecipativa, per concludere con l’indicazione della richiesta della cancellazione del debito, cosa non diversa e che concretizza l’indicazione degli Indignatos <<NOI LA CRISI NON A PAGHIAMO. PAGHI CHI NON HA MAI PAGATO>>.
Queste analisi completano quindi e portano a conclusione, quelle citate, sviluppate e concretizzate nelle proposte, nel mio libro <<Una spia da un milione di dollari>>.
                                                    
                                                          CONTENUTI
- La crisi del Debito Sovrano nei paesi europei
-Le banche, l’alta finanza e la crisi
- La crisi dei subprime negli Usa
- La Grecia nella crisi del debito sovrano
-La Spagna nella crisi del debito sovrano
- La Francia nella crisi
- La Germania e la crisi : un modello da seguire?
- L’Islanda, un modo diverso di uscire dalla crisi
- Il caso Argentina  

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